BERGAMO – Massimo Giuseppe Bossetti avrebbe ucciso Yara Gambirasio dopo che la ragazzina di 13 anni ha respinto le sue avances. Un uomo malvagio, scrivono ancora i giudici della Corte d’Assise di Bergamo nella motivazione della condanna all’ergastolo depositata la mattina del 28 settembre. Per i giudici non ci sono dubbi sul Dna di Ignoto 1 e sulla colpevolezza di Bossetti: lui ha ucciso la ragazzina di Brembate di Sopra il 26 novembre 2010, un omicidio di “inaudita gravità” e “maturato in un contesto di avances a sfondo sessuale”, che dimostrano “l’animo malvagio” del condannato.
Sono 158 le pagine che compongono le motivazioni della sentenza di condanna all’ergastolo per Massimo Giuseppe Bossetti e si può leggere che l’omicidio di Yara è
“maturato in un contesto di avances a sfondo sessuale, verosimilmente respinte dalla ragazza, in grado di scatenare nell’imputato una reazione di violenza e sadismo di cui non aveva mai dato prova ad allora”.
I giudici della Corte d’Assise di Bergamo spiegano che l’aggravante della sevizia e crudeltà “disvela l’animo malvagio” dell’imputato:
“Le sevizie in termini oggettivi e prevalentemente fisici – scrivono – la crudeltà in termini soggettivi e morali di appagamento dell’istinto di arrecare dolore e di assenza di sentimenti di compassione e pietà”.
Il profilo genetico nucleare di Ignoto 1, secondo i giudici che chiariscono uno dei punto contestati dalla difesa, cioè la procedura adottata per identificare il Dna, è assolutamente affidabile
“in quanto caratterizzato per un elevato numero di marcatori Str e verificato mediante una pluralità di analisi eseguite nel rispetto dei parametri elaborati dalla comunità scientifica internazionale”.