Massimo Giuseppe Bossetti, lettera a Oggi: “La mia vita…”

Massimo Giuseppe Bossetti, lettera a Oggi: "La mia vita..."
Massimo Giuseppe Bossetti, lettera a Oggi: “La mia vita…”

BERGAMO – Massimo Giuseppe Bossetti, imputato per l’omicidio di Yara Gambirasio scrive al settimanale Oggi che gli chiede come sta e risponde: “Da schifo!!! Con una dignità completamente distrutta, continuamente stuprata dai media, e tutti i giorni, mesi e forse anni trascorsi ingiustamente in questa cella per i loro dannati sbagli. Chi mi ridarebbe la vita, famiglia e dignità che totalmente mi hanno distrutto??”.

“Sto terribilmente soffrendo per tutta questa lontananza dal mio amore Marita e i miei fantastici adorabili cuccioli, tutto perché al giorno d’oggi essere innocente si diventa altamente scomodo per tanti altri”, scrive Bossetti dal carcere e definisce la diffusione del video del suo arresto “una vergogna nella vergogna” in quanto fu fatto “inginocchiare davanti al mondo intero come se fossi un latitante mafioso e non invece un semplice cittadino!” Bossetti, oltre ad esprimere il dolore per la recente morte del padre Giovanni scrive: “Non c’è più niente in natura che qualcuno possa ridarmi quanto ho perso, nessuno può riuscire a togliermi, cancellare tutto il dolore che ho subito a causa di persone che hanno giocato sporco su di me, togliendomi tutti gli anni più belli della crescita dei miei cuccioli figli, tantissimo amati e ora terribilmente mancanti”.

Nei giorni scorsi Bossetti aveva scritto anche alla famiglia Gambirasio, una lettera che sarà consegnata loro al termine del processo, come ha spiegato uno dei suoi difensori. Nella stessa udienza c’è stata una rissa, verbale ma comunque durissima tra gli avvocati del muratore imputato per l’omicidio di Yara Gambirasio e quelli di parte civile, al culmine della quale il presidente della Corte d’assise di Bergamo, Antonella Bertoja ha detto basta, rinviando il tutto al prossimo 15 gennaio.

Il preludio della ‘rissa’ del pomeriggio era stato l’inizio del controesame del pm da parte del consulente degli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini, Ezio Denti, che si era presentato come investigatore privato, “ingegnere specializzato in balistica e analisi della scena del crimine”. Il pm Letizia Ruggeri gli ha chiesto del suo titolo di studio e Denti ha esibito un certificato di un corso triennale conseguito a Friburgo, in Svizzera.

“Dove non esiste una facoltà di ingegneria”, ha detto il magistrato (nella cittadina svizzera esiste una Scuola superiore di Ingegneria) che ha ricordato una condanna dell’investigatore “per falso” risalente al 2006. Ed è stato qui che la difesa è insorta: “Il pm contesti nel merito la relazione. E’ inaccettabile che vengano spesi soldi dei contribuenti per indagare sul nostro consulente. Non è un processo a suo carico”. Dai banchi della parte civile si è sentito un “basta!”. “Basta a chi?”, ha replicato la difesa e nel botta e risposta si è anche sentita una parolaccia, non facilmente attribuibile di preciso.

E qui il presidente ha sospeso l’udienza mentre poco prima aveva minacciato di sgomberare l’aula e di procedere a porte chiuse a seguito di un’applauso rivolto ai difensori dal pubblico.

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