BERGAMO – Resta in carcere Massimo Giuseppe Bossetti, il carpentiere di Mapello accusato di essere l’assassino di Yara Gambirasio. Il gip di Bergamo, Ezia Maccora, ha respinto la richiesta di scarcerazione a causa di un inghippo procedurale: l’istanza è stata dichiarata inammissibile in quanto non è stata presentata dai proponenti, ossia gli avvocati di Bossetti, ai legali della parte offesa, così come previsto dalle modifiche introdotte lo scorso anno all’articolo 299 del Codice di procedura penale.
Non un diniego dunque, ma soltanto un rinvio. Il giudice non si è invece soffermato sulla sostanza dell’atto presentato dai legali del carpentiere, Silvia Gazetti e Claudio Salvagni. Per la difesa il dna trovato sul corpo di Yara potrebbe essere corrotto: per tre mesi il cadavere della ragazzina è rimasto su un campo in mezzo alle sterpaglie, in pieno inverno, coperto da terra, pioggia, neve e colpito dal vento.
La procura, invece, non ha dubbi: il sangue trovato sugli slip e sui leggings della piccola ginnasta apparterrebbe a Bossetti. Ma, è la tesi sostenuta dalla difesa, come è possibile che quella “prova regina” sia inconfutabile viste le condizioni a cui è stata esposta insieme al corpo della ragazzina?
Ora gli avvocati di Bossetti dovranno ripresentare l’istanza avendo cura di notificarla nel contempo ai legali della parte offesa che, nei due giorni successivi alla notifica, avranno la facoltà di presentare anche le proprie memorie difensive.
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