BERGAMO – «Ho visto un furgone da muratore svoltare a velocità sostenuta da via Locatelli a via Morlotti, saranno state tra le 18.40 e le 18.45». Questa versione, un testimone di Mapello, l’ha ripetuta più volte nel corso degli anni. Una versione che coincide perfettamente con le immagini appena acquisite dagli inquirenti. Telecamere vicino alla palestra da cui è scomparsa Yara Gambirasio hanno immortalato un furgone identico a quello di Massimo Bossetti aggirarsi in zona per un’ora poco prima che la ragazzina sparisse.
A maggior ragione, ora, la testimonianza di quest’uomo viene ritenuta attendibile. Un ulteriore tassello nell’accusa a Bossetti, il carpentiere in carcere dal 17 giugno con l’accusa di omicidio. L’accusa si regge, in buona parte, sugli orari. Spiega il Corriere della Sera:
Era già trapelato di un furgone dalle caratteristiche identiche a quello di Bossetti ripreso alle 18.01 dall’occhio elettronico della Shell e alle 18.12 da quello della banca. «Ma che cosa c’è di strano? Passavo sempre di lì per tornare a Mapello, dal cantiere di Palazzago», la prima versione del carpentiere aggiustata poi in: «Quel pomeriggio non sono andato al lavoro, ma dal meccanico, dal commercialista e da mio fratello».
Un racconto smentito poi dagli accertamenti: la fattura del meccanico è di un mese prima. Non era ancora trapelato, però, che c’erano delle immagini successive. Alle 18.40 l’autocarro va avanti e indietro in via Caduti dell’Aeronautica e alle 18.47 è di nuovo al distributore Shell. Yara è già uscita dalla palestra, si sa perché il papà di un’amica l’ha vista alle 18.39. Probabilmente si sta incamminando verso casa con il cellulare in mano, perché alle 18.44 risponde all’amica Martina che le aveva chiesto l’ora di ritrovo per la gara di domenica: «Dobbiamo trovarci alle 8». Martina le riscrive alle 18.49 ma lei non risponde. Alle 18.55 il cellulare aggancia una cella compatibile con la strada di casa ma quando alle 19.11 mamma Maura la chiama, il telefonino non dà più segni di vita.