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Matteo Messina Denaro, blitz al Neurolesi di Messina: prelevato dna da un uomo. E’ lui?

Matteo Messina Denaro, Ansa
Matteo Messina Denaro, ecco quello che potrebbe essere il suo volto secondo una ricostruzione grafica (foto Ansa)

ROMA – La notizia è di Messina Today. 

Ieri, mercoledì 27 novembre, quello che sembrava un normale controllo dei Nas al centro Neurolesi di Messina, in realtà è stato un blitz per capire se nella struttura fosse presente Matteo Messina Denaro.

Proprio lui, Matteo Messina Denaro, il ricercato numero uno in Italia.

“La segnalazione sulla possibile presenza del boss latitante – si legge sul sito Messina Today – sarebbe scattata direttamente dalla Procura di Messina. I militari dopo aver individuato un uomo ricoverato nella struttura da circa un mese per via di un ictus, lo hanno sottoposto a tampone per le verifiche del Dna, dal momento che il capo di Cosa Nostra ricercato in tutto il mondo pare abbia subito trasformazioni anche chirurgiche”.

“Massimo riserbo in tutta la struttura sulla natura dei controlli e gli esiti – si legge ancora sul sito – ma sembra che gli accertamenti che si sono protratti per tutta la giornata continueranno. Nessuna indiscrezione trapela sull’identità dell’uomo sottoposto a controllo”.

Solo qualche giorno fa si era parlato di un possibile soggiorno di Matteo Messina Denaro in Veneto.

Secondo un pentito, Emanuele Merenda, come riporta il Gazzettino, in Veneto Matteo Messina Denaro soggiornò in Veneto nel 2014. “Centineo (un imprenditore siciliano, ndr) – queste le parole del pentito riportate dai giornali – mi ha anche detto che ha ospitato Matteo Messina Denaro per quattro o cinque giorni a Campo di Pietra. La facciata è di colore giallo”. Giallo è anche il colore della cantina che, stando alle parole del pentito, avrebbe visto passare tra le sue mura il latitante. Il sospetto, stando alle parole del latitante, è che da allora Messina Denaro possa essere anche in Veneto, magari dopo aver cambiato varie volte nascondiglio.

Ma dov’è Campo di Pietra? Campo di Pietra si trova a Salgareda, piccolo comune della provincia di Treviso.

“Centineo – sono ancora le parole del pentito riportate dai giornali – mi ha detto che ha ospitato Messina Denaro per quattro o cinque giorni a Campo di Pietra”. E ancora: “Centinaio mi ha spiegato che prestava denaro senza garanzie ad interessi elevatissimi. Mi ha anche detto che i soldi che impiegava provenivano dal gestore di una cantina di Campo di Pietra riconducibile a dei siciliani che erano dei pezzi da novanta”.

“Campi e vigne si estendono a perdita d’occhio – si legge sul Gazzettino – Qui il vino è qualcosa di più che banale business: è storia, cultura. Fa parte della quotidianità di tutti. Le aziende agricole sono la colonna portante dell’economia. E in una di queste, nel 2014, per un breve periodo ha soggiornato Matteo Messina Denaro, il boss della mafia latitante da oltre 20 anni, il capo dei capi che ha soppiantato Totò Riina. Personaggio inquietante, figura chiave degli anni delle stragi mafiose, uno dei latitanti più ricercati al mondo”.

Messina Denaro, 57 anni, ricordiamo, è ricercato dal 1993 per associazione di tipo mafioso, omicidio, strage, devastazione, detenzione e porto di materie esplodenti, furto e altro.

Fonte: Messina Today, Il Gazzettino, Il Giornale, Palermo Today.

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