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Muore in un incidente stradale e gli rubano la catenina d’oro. Sciacallaggio all’ospedale di Maniago (Pordenone)

di Sandro |4 Giugno 2010 18:49

L'ospedale di Maniago

Neanche da morti si può stare tranquilli. Sembra una frase fatta ed invece è realtà. I genitori di Matteo Perissinotto, morto a Maniago, in provincia di Pordenone, domenica 23 maggio in seguito ad un incidente in moto, non si danno pace perché è sparita la catenina d’oro che il figlio portava al collo. Un ricordo, dal valore più affettivo che materiale, ma di cui Lino Perissinotto e Francesca Scala non vogliono fare a meno. Per questo hanno presentato una denuncia di furto e sono intenzionati a chiamare in causa l’ospedale di Maniago, dove il giovane è stato portato a seguito dell’incidente.

Quando la salma di Matteo è entrata in ospedale, la catenina era ancora al suo posto. Lo testimoniano gli addetti delle pompe funebri che effettuarono il recupero del corpo ma anche le fotografie scattate dai carabinieri di Spilimbergo. Poi il nulla.
Ad accorgersi per prima della sparizione della collanina è stata la moglie di Matteo, Monica. Gliel’aveva regalata lei quando erano ancora fidanzati. Distrutta dal dolore per la perdita del marito, in obitorio si è trovata di fronte a una nuova scoperta: il gioiello era sparito.

“Un collier di indubbio valore – dichiara il padre Lino – ma quello affettivo è ancora più grande. Ci siamo subito rivolti agli addetti dell’ospedale. I quali, e sorvolo sull’atteggiamento sprezzante che hanno avuto nei nostri confronti, ci hanno risposto che è loro prassi il mandare in discarica il materiale rinvenuto addosso ad una salma quando viene spogliata. Una prassi inaudita, perché comunque si tratta di una proprietà privata”.

“L’ospedale è responsabile. Per questo agiremo anche nei suoi confronti. Abbiamo scoperto che ci sono delle superficialità incredibili. Chiunque – continua – può avere, chiedendola, la chiave dell’obitorio, chiunque vi può accedere. È triste dirlo, ma chiunque può avventarsi come uno sciacallo sui poveri resti dei nostri cari”.

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