ROMA – Come a ogni fine d’anno scolastico, alle prodezze dei neomaturati, tutti promossi con percentuali bulgare, fa da contraltare la lista aggiornata degli strafalcioni storici, degli spropositi linguistici, degli svarioni logici. Al primo posto della hit parade Maturità 2019, D’Annunzio “poeta water”, scurrile sostituto del “vate”.
Non male il Dante poeta “ebreo”, sortito da chissà quale costellazione mnemonica. La Guerra Fredda? Un conflitto “con poco sentimento”, ha sproloquiato uno, combattuto “in Siberia”, ha concluso l’altro. Tito Livio si guadagna la reputazione postuma di “imperatore”, quando era solo uno storico, con un Livio di troppo per alcuni. Giuseppe Garibaldi è vissuto nel 1300…
Tuttavia, se è giusto sorridere sia pure un po’ amaramente di certi risultati, non va enfatizzata troppo l’attuale negligenza nemmeno nei suoi esiti più ridicoli. Luca Serianni, eminente linguista e coordinatore del gruppo di studio che ha formulato il nuovo esame di Maturità, non crede che la preparazione dei nuovi diplomati sia peggiorata.
“Questi errori ci sono sempre stati. Ma una volta chi arrivava alle scuole superiori proveniva da famiglie attente allo studio, era già una parte privilegiata della società. Ora, per fortuna, ci arrivano quasi tutti. Ma ci sono anche ragazzi che a casa non hanno mai visto un libro”. (fonte Leggo.it)