Presa visione degli argomenti proposti per i temi della “maturità”, gli ineffabili “studenti web” hanno brontolato indignati: “Temi impossibili”. “Impossibili” secondo loro perchè “Levi e le foibe non li abbiamo mai studiati”. Rivendicazione sindacalistico-studentesca secondo la quale ciò che non è “nel programma” non esiste. Tesi che in sede d’esame spesso si accompagna, anche all’università, a quella gemella che così suona: “Quando questo è successo io non ero nato/a”. Quindi, via dall’esame quelle domande importune sul mondo prima degli anni novanta dell’ultimo secolo…Ma gli ufo, quelli dei film e telefilm, sì proprio quelli di X-Files? Quelli non erano certo “nel programma” e se ne parla e favoleggia da almeno mezzo secolo. Come la mettiamo con gli ufo, sono o non sono “tema possibile”?
Quando la campanella suona, e seduto sul banco, realizzi che è arrivato l’esame più impegnativo mai fatto finora, mentre rimpiangi la scioltezza con cui invece avevi affrontato i quiz della patente, ecco in quel momento può darsi che l’emozione, il caldo, le ore mancanti di sonno facciano un brutto scherzo. E ora, che scrivo? Foglio bianco, mente annebbiata. Ma la soluzione, da che mondo è mondo, c’è sempre.
All’esame di Stato, da quando ancora si chiamava “maturità”, c’è sempre la traccia-scappatoia. Ogni studente la conosce, è quella che ti permette di cavartela con un tema decoroso, persino convincente se la tesi appassiona. E’ la traccia sui massimi sistemi, che permette di parlare di qualcosa se, dopo aver letto le altre tracce, si riconosce di non avere sufficiente padronanza dell’articolo 3 della Costituzione, della semantica nascosta nei quadri di Botticelli e della prosa laboriosa di D’Annunzio.
Se tutto questo non lo sappiamo maneggiare, meglio discettare sui dubbi esistenziali, e quest’anno la traccia scientifica del tema si è candidata a questo ruolo. L’argomento è impegnativo: gli ufo, niente meno che gli oggetti volanti non identificati. Ma la riproposizione dell’eterno tema della solitudine nell’universo dell’essere umano (“siamo soli oppure no?”) rappresenta in realtà la quintessenza delle scappatoie: di fronte al dubbio per antonomasia, chi potrebbe accusare lo studente di aver torto?
Deve aver pensato questo anche Maria Perrusi, studentessa di Paola (Cosenza), che a differenza delle sue colleghe maturande, porta anche l’ingombrante titolo di Miss Italia. Ruolo impegnativo, per sua stessa ammissione, perchè la corona di Miss l’ha costretta a viaggiare in lungo e in largo per l’Italia, lasciandole ben poco margine per i libri. Maria si è presentata da privatista, aveva detto di aver studiato sui treni e sugli aerei, insomma, probabile che il suo obiettivo sia stato quello di passare dignitosamente la prova, più che sbalordire la commissione con un tema ad effetti speciali.
Puntuale, la scelta: gli ufo. “Ho sempre creduto nell’esistenza degli extraterrestri – dice soddisfatta dopo la prova Maria – perché sono convinta che non siamo soli nell’universo. Credo, anzi, che non sarebbe nemmeno molto bello se lo fossimo”. Ma la traccia-scappatoia deve pur essere sostenuta da validi argomenti, ed ecco che il ministero dell’Istruzione, ai maturandi, offre una selezione di brani per aiutare a sviscerare l’argomento. A chi pensa “non esistono” arriva in soccorso la tesi scientifica di Walter Ferreri e Pippo Battaglia, autori del saggio “C’è vita nell’universo?” :” Sono numerose le ipotesi che possono spiegare la natura degli Ufo. Si potrebbe, per esempio, pensare che all’origine di un certo numero di avvistamenti vi siano, in realtà, fenomeni geofisici ancora poco conosciuti, oppure velivoli sperimentali segreti, senza tuttavia escludere del tutto la natura extraterrestre”.
Chi invece ci crede può contare sull’opinione di Immanuel Kant: “Secondo me, perciò, il fatto che anche in altri mondi vi siano abitanti non è semplicemente oggetto di opinione, bensì di una salda fede (sull’esattezza di tale credenza, io arrischierei infatti molti vantaggi della vita)”.
E così sono stati gli ufo a salvare i maturandi 2010, che ci credessero o no, qualcosa avranno pur scritto tutti, impastando risicate conoscenze con le belle parole di un filosofo o di uno scienziato. L’importante è passare senza far brutta figura, avranno pensato migliaia di diciottenni e tra loro anche Maria Perrusi, che fino a qualche mese davanti alle telecamere di Miss Italia, raccontava che i compagni di scuola “mi scherzavano perchè sono alta”. Ecco, se l’italiano non rappresenta una solida certezza, meglio affidarsi agli extra-terrestri.