Maurizio Diotallevi: "Ho strangolata Nicoletta e tagliata con una sega. Ci pensavo già da mesi..." Maurizio Diotallevi: "Ho strangolata Nicoletta e tagliata con una sega. Ci pensavo già da mesi..."

Maurizio Diotallevi: “L’ho strangolata e tagliata con una sega. Ci pensavo già da mesi…”

Maurizio Diotallevi: "Ho strangolata Nicoletta e tagliata con una sega. Ci pensavo già da mesi..."
Maurizio Diotallevi: “L’ho strangolata e tagliata con una sega. Ci pensavo già da mesi…” (foto Ansa)

ROMA – E’ stata strangolata con una cintura e fatta a pezzi con un sega e poi con un coltello Nicoletta Diotallevi, i cui resti sono stati trovati ieri in due cassonetti a Roma. E il fratello Maurizio avrebbe detto durante l’interrogatorio che ci pensava già da mesi.

La donna è stata quindi uccisa prima per strangolamento e poi fatta a pezzi. I primi risultati dell’autopsia svolta sul corpo di Nicoletta Diotallevi, confermerebbero così la versione fornita dal fratello Maurizio agli inquirenti che gli contestano l’omicidio volontario e l’occultamento di cadavere. Nel corso dell’interrogatorio del 16 agosto sono emersi anche dettagli cruenti: Diotallevi per tagliare il corpo della sorella ha utilizzato due seghe che aveva in casa e un coltello per tagliare la carne. Nel corso della macabra operazione una delle seghe si è rotta e parte della lama è rimasta conficcata in una gamba. “Ho dovuto utilizzare l’altra sega e poi il coltello per tagliare”.

Anche le prime risultanze dell’esame autoptico, svolto sui resti della donna, confermano che sul corpo non ci sono segni di ferite da arma da fuoco. Nicoletta è stata strangolata con una cinta e poi sezionata per essere gettata via. In base a quanto si apprende il fermato avrebbe raccontato che era sua intenzione gettare la donna nel solo cassonetto di viale Maresciallo Pilsudski ma il peso del cadavere ha reso l’operazione impossibile e quindi Diotallevi ha deciso di gettare l’altra parte del corpo a pochi metri dalla propria abitazione in via Guido Reni dove c’era un cassonetto parzialmente inclinato e ciò rendeva l’operazione più facile.

“Erano due mesi che stavo pensando di ucciderla ma il mio è stato un raptus, mi umiliava in continuazione”. E’ quanto avrebbe affermato nel corso dell’interrogatorio davanti agli inquirenti Maurizio Diotallevi.

In base a quanto ricostruito, la vittima era tornata da poche ore a Roma dopo un viaggio in Svezia. “Appena rientrata ha ripreso a darmi ordini, a trattarmi come un bambino. Ho aspettato che uscisse dal bagno e l’ho aggredita in salotto, strozzandola con una cintura”. La donna sarebbe poi stata fatta a pezzi perché non era possibile nasconderla intera. “Ci stavo pensando da settimane – avrebbe affermato riferendosi al proposito di uccidere la sorella – ma poi la mia azione è stata improvvisa. Non sopportavo più mia sorella, mi trattava male, in alcuni casi mi ha anche preso a schiaffi o umiliato davanti a mio figlio”. E ancora: “Parte del nostro appartamento lo affittavamo come bed and breakfast ma i soldi li voleva gestire solo mia sorella e a me toccava sempre chiederli”. Al momento la Procura contesta all’uomo il reato di omicidio volontario aggravato dalla parentela e occultamento di cadavere. Il pm Marecello Cascini potrebbe anche valutare l’ipotesi della premeditazione

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