Maurizio Diotallevi, rom trova corpo della sorella nel cassonetto: "Al poliziotto urlavo 'gambe'" Maurizio Diotallevi, rom trova corpo della sorella nel cassonetto: "Al poliziotto urlavo 'gambe'"

Maurizio Diotallevi, rom trova corpo della sorella nel cassonetto: “Al poliziotto urlavo ‘gambe’”

Maurizio Diotallevi, rom trova corpo della sorella nel cassonetto: "Al poliziotto urlavo 'gambe'"
Foto Ansa

ROMA – All’inizio ho visto i piedi ed ho pensato che fosse una donna che si era addormentata dentro il cassonetto”. E’ il racconto di Maria (nome di fantasia inventato dall’Ansa), la nomade romena di 39 anni che il giorno di Ferragosto ha trovato in un cassonetto di viale Maresciallo Pilsudski, ai Parioli, le gambe mozzate di Nicoletta Diotallevi, uccisa e fatta a pezzi dal fratello Maurizio.

“Per me le gambe – dice ancora agitata – erano state congelate perché nelle buste non c’era per niente sangue, ma non sono certa perché ho avuto paura a toccarle”.  E’ stato uno shock per la donna scoprirle:

“Verso le 18 ho aperto quel cassonetto: ho visto i piedi, pensavo fosse una donna che aveva dormito nel cassonetto, con il bastone – racconta – ho staccato una delle due buste di plastica nera, ed ho visto le gambe tagliate. Ho cominciato ad urlare. C’era anche una signora poco lontano da me e a quel punto sono corsa al vicino commissariato. Urlavo ‘gambe’ gambe’, in spagnolo ma il poliziotto non capiva, alla fine sono riuscita a spiegarmi. Il poliziotto mi ha detto: ‘Ma sarà una bambola!’ ed io: ‘No, no, sono gambe’. A quel punto è venuto con me e quando ha aperto il cassonetto ha urlato anche lui: ‘Madonna mia!’. I poliziotti mi hanno chiesto di aiutarli a cercare ancora, ho spiegato che una parte della strada l’avevo già controllata e quindi bisognava proseguire dall’altra parte. Poi loro hanno trovato gli altri pezzi”.

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