Mazzette sul sisma 2012, ricostruzione in mano a ‘Ndrangheta, inchiesta in tre province: Mantova, Reggio, Modena

Mazzette sul sisma 2012, ricostruzione in mano alla ‘Ndrangheta, inchiesta in tre province: Mantova, Reggio, Modena, arresti choc, in manette architetti, imprenditori,ingegneri, bancari

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 15 Gennaio 2023 - 11:00 OLTRE 6 MESI FA
Mazzette sul sisma 2012, ricostruzione in mano alla ‘Ndrangheta, inchiesta in tre province: Mantova, Reggio, Modena, arresti choc, in manette architetti, imprenditori,ingegneri, bancari.

Mazzette sul sisma 2012, ricostruzione in mano alla ‘Ndrangheta, inchiesta in tre province: Mantova, Reggio, Modena, arresti choc, in manette architetti, imprenditori,ingegneri, bancari.

Mazzette sul sisma 2012. Le mani della ‘Ndrangheta sui fondi della ricostruzione. Dieci arresti choc, tre province coinvolte: Oltrepo mantovano, Bassa Reggiana, Bassa modenese.

Tre aree confinanti, un’unica tragedia. La direzione distrettuale antimafia di Brescia, responsabile della cosiddetta “Operazione sisma”, dirige una inchiesta che scotta. Già 11 gli indagati fra cui architetti, ingegneri, imprenditori, bancari.

I reati contestati? I soliti: corruzione, concussione, intestazione fittizia di società. E non è finita qui. Di questi undici, uno è ancora ricercato, 5  sono in carcere e 5 agli arresti domiciliari. E, forse, questo è solo l’inizio.

REGISTA IL NIPOTE DEL BOSS ANTONIO DRAGONE

Gli inquirenti non hanno dubbi. È Giuseppe Todaro, 36 anni, architetto di Reggiolo e nipote del boss di Cutro , Antonio Dragone (ucciso nel 2004 nella guerra tra cosche), il regista della cricca. È stato intercettato mentre riceveva soldi e gli investigatori avrebbero le prove che si tratta di mazzette legate ad episodi di corruzione per i quali si contesta l’aggravante mafiosa. Per sette anni Todaro ha avuto il compito di fare  istruttorie, verificare e autorizzare i pagamenti a fondo perduto stanziati dalla Regione Lombardia per gli edifici danneggiati dal sisma in vari comuni (Poggio Rusco, Sermide, Felonica,ecc.). Forte di tale mandato “convinceva” i committenti delle ristrutturazioni ad affidare gli interventi all’impresa edile del padre Raffaele, figura di spicco dei Dragone. I committenti accettavano tutto “sennò addio ai fondi”. Oltretutto l’impresa di papà Raffaele era comoda a tutti trovandosi a  Bondeno di Gonzaga.

LE POLEMICHE ESPLOSIVESULLE MAZZETTE

Numerose le proteste dei politici locali. Dicono:”La storia si ripete: nella lotta alle mafie quanta differenza c’è tra il dire e il fare a Reggio Emilia. Nel 2018 è stata costituita la Consulta per la Legalità, con trombe e fanfare, per dimostrare l’impegno del sindaco Luca Vecchi e del Pd reggiano nel contrasto alle mafie.

Ora sappiamo dalla associazione Agende Rosse (che giustamente ha deciso di abbandonare questo specchietto per le allodole), che la Consulta soffre di immobilismo: si è riunita solo 7 volte e non è stato fatto nulla; si tratta di un organismo farlocco per intraprendere la lotta alla mafia di facciata”.

INCHIESTA NATA DA UN ESPONENTE DELLA STRUTTURA COMMISSARIALE

L’inchiesta è nata da un esposto trasmesso dalla Struttura Commissariale per l’emergenza e la ricostruzione di territori lombardi colpiti dagli eventi sismici; Struttura istituita dalla regione Lombardia nella quale erano raccolte le lamentele di un imprenditore per i comportamenti di Todaro.  Gli imprenditori versavano all’architetto di Reggiolo il 3% per far passare avanti la propria pratica o avere più contributi e di cio ‘ Giuseppe Todaro si vantava:” a Cutro mi vedono come un eroe per la storia di mio nonno”.