Brescia, medici albanesi festeggiano in hotel la fine della missione: denunciati

ROMA – Stavano festeggiando la fine della missione italiana, bevendo birra e ascoltando musica nella loro camera di albergo.

Tanto è bastato per spingere il proprietario di un hotel di Brescia in cui era ospitato il contingente di medici e infermieri albanesi, arrivato in aiuto agli ospedali bresciani, a chiamare le forze dell’ordine.

Così il gruppo di specialisti albanesi, che oggi deve tornare a Tirana dopo un mese passato in corsia per emergenza Covid, è stato denunciato dalla Polizia con multe fino a 500 euro.

Medici albanesi denunciati, multe fino a 500 euro

Secondo le prime ricostruzioni sembra che ieri sera, mercoledì 29 aprile, in una decina si fossero incontrati in una delle camere occupate per festeggiare la fine della missione e la partenza con il ritorno in Patria.

Una festa che in tempi di Coronavirus non sarebbe potuta essere fatta, neppure tra medici e infermieri arrivati in Italia per aiutarci.

In tutto sarebbero una decina i sanzionati per l’inosservanza dei divieti più due denunce per resistenza e oltraggio.

Davanti agli agenti, infatti, qualcuno del contingente albanese ha reagito male, incredulo di quanto stesse accadendo. 

“Dobbiamo fare chiarezza su cosa sia successo ieri notte e chi ha responsabilità dovrà risponderne”, ha detto Gianpaolo Natali consigliere di Fratelli d’Italia in comune a Brescia che questa mattina si è occupato della denuncia di dieci persone del team sanitario albanese sorprese a festeggiare la fine missione prima di ripartire per Tirana.

“Non entro nel merito dell’intervento di polizia – ha spiegato Natali – ma queste persone sono arrivate in Italia su mandato del loro premier per aiutarci in uno dei momenti più bui con gli ospedali piegati dal Covid.

Adesso torneranno in Albania con una denuncia per oltraggio e nove multe da 500 euro.

Vogliamo capire cosa sia successo la scorsa notte in albergo e se ci sono responsabilità di chi ha eseguito l’intervento.

In questo senso chiederemo che il caso venga discusso in parlamento”. (fonte AGI)

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