Una presunta associazione per delinquere composta da medici corrotti da imprenditori di industrie farmaceutiche: su questo verte l’inchiesta della Procura di Firenze. A capo dell’organizzazione finita nel mirino dei Nas ci sarebbe ”un noto professore universitario fiorentino, che riveste varie cariche in ambito ospedaliero, accademico, scientifico ed associativo di categoria”.
In tutto, le persone coinvolte, a vario titolo, sono 30. E’ quanto spiegano i carabinieri del nas, che stanno eseguendo 21 ordinanze di applicazione di misure cautelari – fra cui sei domiciliari – in Toscana, Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia, Lazio, Liguria, Veneto ed Umbria. Oltre all’esecuzione delle misure cautelari, sono in corso 37 perquisizioni.
L’organizzazione scoperta dal Nas di Firenze, che faceva capo al dermatologo Torello Lotti, arrestato insieme ad altre cinque persone, si era insinuata nel programma di sperimentazione Psocare contro la psoriasi varato dall’Agenzia nazionale del farmaco (Aifa) in tutta Italia su base regionale.
Secondo l’accusa, il professor Lotti e i suoi referenti si sarebbero fatti versare tangenti e benefit da sette industrie farmaceutiche a cui era assicurato un incremento dei ricavi prescrivendo farmaci, non sempre previsti nel programma dell’Agenzia del farmaco e a prescindere dalla loro reale efficacia.
Le industrie ottenevano un incremento di ricavi, scaricato sui costi del Servizio sanitario nazionale e tuttora in via di accertamento. Il Nas ha rintracciato denaro per 1.700.000 euro versati su conti intestati a quattro società organizzatrici di eventi e convegni – tre di Firenze, una a Roma -, ma le tangenti consistevano anche in un vasto repertorio di benefit, fra cui corsi di formazione, borse di studio, progetti per medici specializzandi, assunzioni a progetto.
Almeno 800, come spiegato in una conferenza stampa a cui hanno partecipato il colonnello del Nas Pier Luigi Felli e il sottosegretario alla salute Francesca Martini, i malati di psoriasi coinvolti a loro insaputa. Alcuni si sono insospettiti per lo scarso risultato delle cure, che non li facevano guarire, e così hanno presentato esposti alle procure di Firenze e Torino da cui e’ scaturita l’inchiesta della procura fiorentina.
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