Meduse, troppe anche se l’estate non è calda? Colpa della pesca intensiva

Meduse, troppe anche se l'estate non è calda? Colpa della pesca intensiva
Meduse, troppe anche se l’estate non è calda? Colpa della pesca intensiva

ROMA – Troppe meduse nei mari italiani anche se l’estate non è molto caldo? Colpa della pesca intensiva, che ha impoverito l’ecosistema marino e tolto i rivali delle meduse, che così trovano più facilmente piccole alghe (il fitoplancton di cui si nutrono) e proliferano.

L’estate 2013 è tra le meno calde, eppure le meduse non sembrano risparmiare le coste italiane. Molti gli avvistamenti, soprattutto in Liguria, Friuli Venezia Giulia, isola dl’Elba, Sardegna, Sicilia, Calabria e Puglia.

I bangnanti in molti casi hanno ormai imparato a riconoscere le specie più pericolose: sanno che quelle più urticanti hanno tentacoli molto lunghi (come la Pelagia o la Caravella Portoghese)”.

C’è persino chi ne apprezza il sapore. Alcuni chef stellati hanno iniziato a portarle in tavola, come si usa in alcuni Paesi del lontano Oriente. Molte meduse, infatti, non sono urticanti ma innocue per l’uomo. E persino gustose e dietetiche: fatte dal 99% di acqua, se si fanno esplodere le vescicole che contengono il liquido tossico sono una prelibatezza.

Se, invece, si conosce il lato brutto delle meduse, venendo “strisciati”, ecco qualche consiglio utile: la prima cosa da fare è lavarsi con acqua di mare e non con acqua dolce perché questa favorirebbe la scarica del veleno. Inutile applicare sabbia calda, lavare con ammoniaca (o urina), aceto o alcol. Bisogna andare al pronto soccorso in caso di reazione cutanea diffusa, difficoltà respiratorie, sudorazione, pallore e disorientamento.

Gestione cookie