Adesso ci vendono anche la “cacca” finta…

Pubblicato il 31 Marzo 2012 - 17:10 OLTRE 6 MESI FA

Il letame Superphos

ROMA – Non solo ci vendono i cibo, abbigliamento, giocattoli “taroccati”… adesso ci rifilano anche la “cacca” finta. Avete capito bene: sono spuntati negli ultimi tempi diversi casi di intere partite di letame per concimare i campi… contraffatto. Ovvero che veniva venduto nell’est Europa come fosse un prodotto italiano ma che in realtà di italiano non aveva nulla: aveva un marchio contraffatto, delle buste copiate da quelle originali ma un contenuto molto più scadente e un prezzo inferiore. Insomma chi fosse andato in Bulgaria o in Albania e si fosse trovato a comprare del letame volendo scegliere la marca italiana, avrebbe comprato dello sterco sì… ma “taroccato”. Anche quello…

La denuncia, raccontata dal ‘Corriere della Sera’, è arrivata dalla vittima di queste contraffazioni: l’imprenditore Cesare Puccioni, da alcuni mesi presidente nazionale di Federchimica al posto di Giorgio Squinzi, nuovo leader di Confindustria. Puccioni è a capo di un’azienda di Punta Penna, vicino Vasto in Abruzzo, che produce fertilizzanti naturali dal 1888. Ovvero vende sterco.

Il primo campanello d’allarme per l’azienda di Puccioni è arrivato dalla Bulgaria, a marzo dell’anno scorso, nella località di Stara Zagora. Un cliente si è trovato ad aver acquistato delle buste del fertilizzante Nutriso un po’ strane: il marchio era identico ma il concime costava di meno che in Italia. Le differenze, per un occhio poco allenato, sono minime: il logo è stampato su un’etichetta adesiva e non direttamente sulla busta, l’indirizzo manca e il disegno sul lato anteriore del sacco è simile a uno ormai in disuso. Il contenuto è ovviamente difforme da quello originale e la sua composizione non è chiara. Insomma… è “cacca” tarocca.

Un caso analogo a distanza di poco tempo è avvenuto anche in Albania, dove sono state intercettate alcune partite contraffatte di “Superphos”, il più noto fertilizzante dell’azienda di Vasto. Si tratta di perfosfato, un concime la cui invenzione risale alla metà dell’Ottocento.

“Dopo aver verificato la qualità assolutamente misera del prodotto – racconta a Corriere.it Mario Puccioni, figlio di Cesare e amministratore delegato della società di famiglia – siamo rimasti sorpresi dal fatto che il sacco contenesse persino il logo di chi fa le buste, un’azienda specializzata nella realizzazione di sacchi in plastica per l’agricoltura. Se prima ci imitavano, ora tentano di clonarci”.