Meredith-Amanda-Raffaele: l’articolo 530 del codice di procedura penale

Pubblicato il 4 Ottobre 2011 - 17:55 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 3 OTT – L' articolo 530 del codice di procedura penale – in base al quale (primo comma) Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono stati assolti dall'accusa di aver ucciso Meredith Kercher – stabilisce i casi in cui deve essere pronunciata sentenza di assoluzione.

Il primo comma (quello che ha riguardato Amanda e Raffaele) dice: ''Se il fatto non sussiste, se l'imputato non lo ha commesso, se il fatto non costituisce reato o non e' previsto dalla legge come reato ovvero se il reato e' stato commesso da persona non imputabile o non punibile per un' altra ragione, il giudice pronuncia sentenza di assoluzione indicandone la causa nel dispositivo''. Viene chiamato in causa tutte le volte che il giudice assolve un imputato con formula ampia.

''Il giudice – stabilisce il secondo comma – pronuncia sentenza di assoluzione anche quando manca, e' insufficiente o e' contraddittoria la prova che il fatto sussiste, che l' imputato lo ha commesso, che il fatto costituisce reato o che il reato e' stato commesso da persona imputabile''.

Corrisponde, per gran parte, alla vecchia formula dell' insufficienza di prove. La giurisprudenza ha stabilito che si ha l' insufficienza della prova se essa non assuma quella consistenza e quell' efficacia tale da poter fondare un' affermazione di responsabilita', mentre si ha la contraddittorieta' della prova quando sussiste l' equivalenza delle prove di reita' con quelle di innocenza.

Il terzo comma dice che ''se vi e' la prova che il caso e' stato commesso in presenza di una causa di giustificazione o di una causa personale di non punibilita' ovvero vi e' dubbio sull' esistenza delle stesse, il giudice pronuncia sentenza di assoluzione a norma del comma 1''.

Il quarto e ultimo comma, infine, stabilisce che ''con la sentenza di assoluzione il giudice applica, nei casi previsti, le misure di sicurezza''.