Meredith, countdown lento. Procuratore: “Amanda e Raffaele colpevoli”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Marzo 2015 - 15:53 OLTRE 6 MESI FA
Meredith, conto alla rovescia. Procuratore: "Amanda e Raffaele colpevoli"

Raffaele Sollecito in Cassazione (Foto Ansa)

ROMA – La condanna va confermata, Amanda e Raffaele sono colpevoli: ne è convinto il procuratore della Cassazione, ossia il magistrato che rappresenta l’accusa in questa ultima fase processuale della vicenda Meredith Kercher.

Il pg, rispetto al verdetto della condanna, si limita a chiedere di ridurre la pena di tre mesi ciascuno, per la prescrizione di un reato minore. La pena chiesta per la Knox sarebbe di 28 anni e tre mesi e quella per Sollecito per 24 anni e 9 mesi.

“Il verdetto dell’appello bis ha fatto buon governo delle indicazioni della Cassazione e delle norme di legge, la motivazione è corretta” e “tutte le figure di questa storia sono inserite in una ricostruzione perfetta, come in una foto di Cartier-Bresson dove ogni particolare trova la sua corrispondenza”, ha detto il pg Mario Pinelli al termine della sua requisitoria in Cassazione.

Se la Cassazione li condannerà, Amanda Knox resterà negli Usa, Raffaele Sollecito verrà portato in carcere. Un destino diametralmente opposto quello di Amanda e Raffaele, coimputati per l’omicidio di Meredith Kercher. Siamo alla pagina finale, almeno per la procedura penale italiana: i due ex fidanzatini sono stati condannati in primo grado, assolti in appello. Poi la Cassazione decise di aprire un nuovo processo, stavolta affidandolo alla Corte d’appello di Firenze.

Dai giudici toscani arriva una seconda sentenza di condanna. E entro venerdì la Cassazione torna a pronunciarsi su quest’ultima sentenza. Se riterrà motivata la decisione dei giudici per Raffaele Sollecito si apriranno le porte del carcere. Per Amanda Knox inizierebbe la lunga procedura per richiedere l’estradizione ma l’esito è incerto. Il Guardian, quotidiano britannico, ha anche ipotizzato che la ragazza vorrebbe rimanere incinta proprio per rendere ancora più difficile l’eventualità del carcere in Italia, ipotesi subito respinta dai suoi legali.