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Processo Meredith, decide la Cassazione. Sms di Amanda: “Sono in ansia”

di Elisa D'Alto |8 Novembre 2022 9:59

ROMA – Quando la Corte di Cassazione, lunedì in serata, emetterà la sentenza, Amanda Knox sarà a Seattle. Lontana dall’Italia, dove i giudici di Roma decidono se confermare l’assoluzione sua e di Raffaele Sollecito per l’omicidio di Meredith Kercher avvenuto a Perugia nella notte tra l’1 e il 2 novembre 2007. Il Messaggero racconta di un sms mandato dalla ragazza americana al suo avvocato italiano, Luciano Ghirga: “Sono in ansia, ma ho fiducia nei miei avvocati e spero che questa storia finisca presto e vada tutto bene”.  E’ a Verona invece Raffaele Sollecito, assolto come la ex fidanzata dalle accuse, a Verona per completare i suoi studi in ingegneria.

Tre ricorsi per decidere il futuro di Raffaele Sollecito e di Amanda Knox. Sono quelli che esaminerà la Cassazione nell’ultimo grado di giudizio del processo per l’omicidio di Meredith. La sentenza di secondo grado è stata infatti impugnata in Cassazione dalla procura generale di Perugia. Con un ricorso di un centinaio di pagine firmato dal capo dell’Ufficio Giovanni Galati e dal sostituto Giancarlo Costagliola che hanno chiesto l’annullamento dell’assoluzione e quindi il rinvio a un nuovo esame. Così come i legali della famiglia Kercher. Anche loro hanno fatto ricorso contro l’assoluzione dei due ex fidanzati. La Cassazione dovrà decidere anche sul ricorso della difesa della Knox contro la condanna dell’americana a tre anni, già scontati, per la calunnia a Lumumba. Assenti gli imputati, assenti anche i familiari della Kercher, sepolta in un cimitero alle porte di Londra.

Il delitto. Meredith Kercher venne uccisa a Perugia nella notte tra il primo e due novembre del 2007. La studentessa inglese giunta da poco in città per studiare venne colpita mortalmente alla gola con un coltello nella sua camera di una casa presa in affitto in via della Pergola. Le indagini della polizia coordinate dal sostituto procuratore Giuliano Mignini portarono, il 6 novembre, all’arresto di Sollecito e dell’allora fidanzata Amanda Knox, coinquilina della Kercher. In carcere finì anche Patrick Lumumba, coinvolto proprio dalle dichiarazioni dell’americana ma poi risultato totalmente estraneo agli addebiti e quindi scarcerato e prosciolto. Le indagini della polizia portarono invece a individuare Rudy Guede, incastrato da un’impronta di mano insanguinata accanto al cadavere. Arrestato in Germania dove era fuggito è stato condannato con il rito abbreviato a 16 anni di reclusione diventati definitivi e che sta scontando nel carcere di Viterbo. Sollecito e la Knox si sono sempre proclamati innocenti. ”Non eravamo nella casa di via della Pergola quando Meredith venne uccisa” hanno ripetuto. Condannati a 25 e 26 anni di reclusione in primo grado sono stati assolti in appello. Tornando liberi dopo quasi quattro anni di reclusione.

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