Metano a S. Luca: la cosca gestiva il 23% dell'appalto, 7 fermi

REGGIO CALABRIA – Erano riusciti ad ottenere la gestione diretta del 23% dell'opera di metanizzazione di San Luca, per un valore di 260 mila euro, i sette presunti affiliati alla cosca Mammoliti ''fischiante'', sottoposti a fermo dai carabinieri del comando provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria su provvedimento della Dda reggina.

Secondo quanto emerso dalle indagini, che hanno portato all'operazione di oggi, denominata ''Metano a San Luca'', l'incendio di un autocarro della ditta Metangas, impegnata nei lavori, era stato il preludio all'ingerenza della criminalita' organizzata locale nella gestione dell'opera il cui appalto aveva un valore complessivo di 1.150.000 euro. Secondo gli investigatori, le assunzioni di manodopera sul posto avvenivano tra soggetti ritenuti, a vario titolo, contigui alle cosche di San Luca.

Inoltre era stato stipulato un elevato numero di contratti di ''nolo a freddo'', cioe' solo il mezzo, che, dalle verifiche effettuate dai carabinieri, invece, erano veri e propri ''noli a caldo'', vale a dire mezzi e mano d'opera, al fine di nascondere l'illecito subappalto ad imprese prive di certificazione antimafia.

L'impresa appaltante svolgeva di fatto un controllo solo formale, dato che per gli investigatori non e' mai intervenuta su anomalie relative alle fatturazioni dei subappalti.

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