ROMA – Ventiquattromila l’anno, duemila al mese e più o meno sessantacinque al giorno [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play]. Sono i borseggi denunciati a Roma di cui un buon terzo consumato in metropolitana. Numeri che potrebbero persino sottostimare le vere proporzioni del fenomeno tenendo conto della quota di chi, per diversi motivi, non denuncia.
Le vittime, in primis, ovviamente i turisti. I colpevoli i soliti noti, che grazie all’anonimato e alla folla in cui riescono a nascondersi spesso sfuggono ai controlli. Queste sono le cifre del biennio 2016-2017 e le cose, per quanto possa non apparire così, sembrano anche in leggero miglioramento visto che il 2017 ha registrato un meno 400 denunce sull’anno precedente. Poco più di una goccia nel mare, è vero, ma pur sempre una tendenza. Una tendenza aiutata dagli accordi fatti tra le aziende del trasporto pubblico e le forze dell’ordine e grazie anche all’utilizzo dei militari, la cui presenza funziona anche da sola da deterrente.
Eppure il centro di Roma, che per questo tipo di reati è senza dubbio molto più a rischio di zone considerate malfamate, resta terreno di caccia per decine, forse centinaia di borseggiatori e scippatori. Personaggi che come spiegano i carabinieri arrivano per lo più dai campi nomadi intorno alla città ma tra cui non mancano nordafricani e sudamericani e nemmeno gli italiani. Personaggi per lo più noti che sfuggono tra le maglie della legge e per questo, anche quando fermati, spesso ritornano liberi e pronti a riprendere il loro ‘lavoro’.
Un lavoro reso semplice o almeno aiutato dalle migliaia di pendolari e turisti che affollano autobus e metropolitane della Città Eterna. I primi sono vittime più ‘difficili’, abituati al percorso e pratici dell’umanità che lo popola vengono con più difficoltà colti di sorpresa. Decisamente più abbordabili i secondi e non è un caso che i picchi di denunce, e quindi di colpi, ci siano nei giorni di festa. Ma tra le vittime ci sono anche stranieri a Roma non per piacere, è il caso dei bengalesi o di altre categorie di immigrati lavoratori oggetto di attenzioni e seguiti magari quando hanno con sé contanti da spedire nel Paese d’origine.
Nei vagoni e ancor più nelle stazioni della metropolitana romana quasi un borseggio su tre. Vale a dire che dei ventiquattromila l’anno ottomila sono in metro e dei sessantacinque al giorno più di venti avviene in questi luoghi. Non in tutta la metro però nonostante le dimensioni di quella capitolina non siano certo quelle di Parigi o Londra, ma solo nelle fermate ‘storiche’ e centrali: Colosseo, Spagna, Repubblica e Termini. In queste quattro stazioni si consumano ogni anno quasi diecimila borseggi o scippi, cioè più o meno duemila a stazione.
E proprio ieri (lunedì 25 giugno) una di queste fermate, Spagna, è stata chiusa fra le 9.36 e le 9.56 per permettere alle forze dell’ordine di bloccare un gruppo di borseggiatrici. I primi a intervenire sono stati i militari dell’esercito che avevano notato confusione sulla banchina. Al loro arrivo hanno visto delle ragazze di etnia rom all’interno di un vagone che si trovavano al centro di un gruppo di persone e gli hanno quindi ordinato di scendere subito ottenendo però un rifiuto. A quel punto sono stati chiamati i carabinieri che hanno preso in consegna le borseggiatrici e le hanno accompagnate in caserma per accertamenti. Il tutto per venti minuti di ordinario caos.