Imprenditori che ridono e gioiscono per il terremoto in Abruzzo. Tra le carte delle indagini sullo scandalo della Maddalena e la ricostruzione all’Aquila spuntano le intercettazioni di alcuni imprenditori che parlano degli affari derivanti dal sisma in Abruzzo proprio quel tragico 6 aprile.
«Alla Ferratella occupati di sta roba del terremoto perché qui bisogna partire in quarta subito, non è che c’è un terremoto al giorno». «Lo so», e ride. «Per carità, poveracci». «Va buò». «Io stamattina ridevo alle tre e mezzo dentro al letto».
E’ il 6 aprile, il giorno del terremoto in Abruzzo, e questo dialogo avviene tra gli imprenditori Francesco Maria De Vito Piscicelli, direttore tecnico dell’impresa Opere pubbliche e ambiente Spa di Roma, associata al consorzio Novus di Napoli e il cognato Gagliardi.
«Queste parole fanno rabbrividire e fanno schifo – commenta il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente – Si tratta di una discussione tra sciacalli, fanno ribrezzo. Gli dico di vergognarsi, aspetto le loro scuse alla città».
«Non so se è rabbia o commiserazione – dice Giustino Parisse (che ha perso due figli a Onna) – Leggendo quella frase mi sono sentito ferito perché sul dolore non è giusto speculare. E’ una sconfitta per tutti».
Il governatore della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, non si stupisce che ci siano persone «spregiudicate» ma esorta: «Non possiamo accettare nessun tipo di interlocuzione ma non possiamo nemmeno rinunciare alle deroghe».