Bari, le intercettazioni: “Emiliano, ex pm, sa come parlare al telefono”

Michele Emiliano (Lapresse)

BARI – Michele Emiliano, da ex magistrato, sa come si parla al telefono. Sa cosa dire e cosa omettere nel caso qualcuno stia intercettando le sue conversazioni. Lo dice un funzionario del Comune di Bari, Vito Nitti, responsabile unico degli appalti. E proprio gli appalti sono al centro dell’indagine della Guardia di Finanza che non ha toccato il sindaco (Emiliano non è indagato) ma gli crea qualche imbarazzo. Soprattutto per alcune intercettazioni.

E’ il 23 novembre scorso. Scrivono i finanzieri: “Ore 11.58. Nitti notizia Emiliano dell’avviso di garanzia ricevuto dall’impresa che ha realizzato il parco Cava di Maso. Nitti è molto preoccupato. Il sindaco cerca di rassicurarlo. Emiliano lo rassicura dicendo che ‘chi segue l’indagine è persona di massima correttezza’”. Nitti poco dopo viene intercettato mentre racconta, in segreto, ai suoi collaboratori un terzo colloquio con Emiliano. Scrive ancora la Digos: “A bassa voce Nitti racconta le impressioni del sindaco, il quale gli avrebbe detto che i magistrati hanno particolare interesse sui progetti a cui Vito Nitti ha partecipato”. Nitti, sempre al suo staff, aveva già riferito: “Stamattina il sindaco mi ha detto: ma io penso che ce l’ha con te. Perché dove c’entri tu vanno a fondo. Il sindaco mi ha detto: è come se gli parlassero male di te”. In un’altra intercettazione un funzionario dice che Emiliano, “da ex pm, sa come si parla al telefono”.

Ora la Finanza si sta chiedendo: gli imprenditori Degennaro davano aiuto al sindaco Emiliano? Al momento si stanno approfondendo eventuali legami tra il sindaco e alcune opere pubbliche realizzate a Bari, come il cosiddetto “condominio dei Vip”. Anche in questo caso al vaglio ci sono alcune intercettazioni, come la conversazione ascoltata durante una perquisizione in Comune. “Di’ a Simonetta (ndr, Lorusso, ex assessore ai lavori pubblici) di star buona con il telefono… Spende troppi soldi”. La frase la pronuncia Emiliano mentre parla con il dirigente dei Lavori pubblici, Vito Nitti, definito dalla GdF “lo scribano dei Degennaro”.

Sempre Nitti racconta, intercettato con l’assessore Lorusso, del “metodo” che Emiliano userebbe per non venire a conoscenza di dettagli che potrebbero rivelarsi scomodi sui Degennaro: “Quando cominci a dire un fatto il sindaco ti blocca: “So tutto non mi dire niente”… In modo che lui riesce a non sapere quello che potrebbe creargli qualche problema”.

“Lo stesso Emiliano – scrive la Finanza nell’informativa – ha pubblicamente dichiarato che i Degennaro sono imprenditori “vicini”. Quale tipo di aiuto forniscano o abbiano fornito al Sindaco non è dato saperlo”, anche se alcune intercettazioni “potrebbero far pensare a un aiuto di tipo elettorale”. Il riferimento è ad alcune opere pubbliche e soprattutto al condominio Vip di via Pappacena, inizialmente pensato per accogliere a canone agevolato i militari che contrastano la mafia, in realtà finito in vendita (a prezzi favorevolissimi) a magistrati, politici e notabili della città.

Il sindaco Emiliano, su questo preciso punto, ha dato alcune smentite lunedì su Twitter: “Ma su quelle case io non ho alcuna responsabilità. Io non avevo alcun titolo per controllare a chi sono state vendute. Doveva controllare la Prefettura”.

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