X

Michele Mazzarano (Pd) a processo per finanziamento illecito e millantato credito

di admin |17 Settembre 2014 16:39

La pagina di Michele Mazzarano sul sito della Regione Puglia

BARI – A processo per finanziamento illecito ai partiti e millantato credito Michele Mazzarano, consigliere regionale del Pd in Puglia ex segretario dei Ds pugliesi. Lo ha deciso il gup (giudice udienza preliminare) di Bari Sergio di Paola. Insieme con Mazzarano è stato rinviato a giudizio per finanziamento illecito ai partiti Gianpaolo Tarantini, già protagonista di altre vicende giudiziarie in cui sono stati coinvolti spacciatori di coca, escort, l’ex premier Silvio Berlusconi e alcuni esponenti della politica locale.

I processi a Mazzarano e Tarantini inizieranno a Bari il prossimo 9 e 10 dicembre, mentre un fascicolo per millantato credito è stato trasmesso alla procura di Taranto, perché sulla questione il gup barese si è dichiarato incompetente.

LE ACCUSE A MAZZARANO E TARANTINI

Le tre vicende, tutte giunte all’attenzione della magistratura barese sulla base delle dichiarazioni di Tarantini, risalgono al 2008, quando Mazzarano non era consigliere regionale ma un dirigente del partito. L’illecito finanziamento ai partiti riguarda i 10 mila euro che Tarantini avrebbe consegnato a Michele Mazzarano per il concerto di chiusura della campagna elettorale del Pd a Massafra (Taranto) per le elezioni politiche dell’aprile 2008.

Un millantato credito, quello per cui il giudice si è dichiarato incompetente, riguarda la presunta promessa da parte di Mazzarano a Tarantini di intercedere presso la Asl di Taranto per agevolare una delle società dell’imprenditore nell’aggiudicazione di un appalto: in cambio “Gianpi” gli avrebbe promesso 50 mila euro.

L’altra vicenda (per la quale c’è il rinvio a giudizio) riguarda la gara da 600 mila euro per il servizio di lavaggio e sterilizzazione della biancheria ospedaliera nella Asl di Taranto. Secondo i pm baresi Eugenia Pontassuglia e Ciro Angelillis, Mazzarano avrebbe ottenuto, per il tramite di Tarantini, 60 mila euro da Michele D’Alba, presidente della cooperativa foggiana che si è poi aggiudicata l’appalto.

LA DIFESA DI MAZZARANO

”Dopo due anni di indagini e altrettanti di udienza preliminare, oggi ho appreso che finalmente un giudice di merito, spero quanto prima, potrà raccogliere la prove che confermeranno la mia correttezza e la mia totale innocenza”.

”Rimane l’agonia mia e delle persone a me più care – spiega Mazzarano – per questi lunghi cinque anni di vera e propria via crucis. Quando la giustizia agisce così, rovina la vita delle persone oneste”.

”Nella campagna elettorale delle politiche del 2008, – rileva il consigliere regionale del Pd – chiesi a Giampaolo Tarantini di finanziare un concerto di Eugenio Bennato, attraverso un assegno (nulla di più trasparente) di 10.000 euro intestato direttamente al promoter di Bennato. Da quella manifestazione non avrei potuto trarre nessun vantaggio personale in quanto non ero candidato. L’ho fatto per il Partito Democratico”.

Con riferimento all’altra contestazione, Mazzarano spiega che ”dalle uniche dichiarazioni di Tarantini, e senza nessun riscontro negli atti, avrei chiesto e ricevuto contributi per il partito per essermi vantato di poter interferire nell’aggiudicazione di una gara presso l’Asl di Taranto. Le accuse che mi vengono rivolte da Tarantini sono totalmente false. Nel processo tali accuse si scioglieranno come neve al sole”.

La vicenda processuale che coinvolge il consigliere regionale pugliese Michele Mazzarano (Pd) “rappresenta la migliore conferma che il drammatico problema dell’intollerabile durata dei processi non riguarda il solo settore civile: Gianpaolo Tarantini ha rivolto accuse a Mazzarano nel lontano novembre 2009”. Gianni Di Cagno, difensore di Michele Mazzarano, commenta così i provvedimenti decisi oggi dal gup del Tribunale di Bari, che ha rinviato a giudizio per illecito finanziamento ai partiti Mazzarano e Tarantini e, il solo Mazzarano, per uno dei due episodi contestati di millantato credito mentre, per l’altro, ha inviato per competenza gli atti alla procura di Taranto. Di Cagno ricorda le tappe dal processo, dalla chiusura indagini nel luglio 2010 alla richiesta di rinvio a giudizio nel marzo 2012, fino all’udienza preliminare nel luglio 2012; poi la nuova contestazione (il secondo episodio di millantato credito) nel febbraio 2013 e l’inizio della seconda udienza preliminare nell’aprile 2014.

”Oggi, a più di quattro anni dalla conclusione delle indagini – dice il legale – sono arrivate a compimento le due udienze preliminari. Il rinvio a giudizio non comporta alcuna pur larvata affermazione di responsabilità dell’imputato. Il consigliere regionale attende ora con serenità l’inizio dei processi a proprio carico, assolutamente fiducioso di poter dimostrare nelle sedi competenti la propria innocenza”. ”Resta la profondissima amarezza – conclude Di Cagno – nel constatare come cinque lunghi anni non siano bastati neppure per iniziare il dibattimento: nessuno dei protagonisti ha particolari responsabilità, i problemi sono essenzialmente ordinamentali e organizzativi, ma che giustizia è questa?”.

 

 

Scelti per te