Michele Misseri condannato per calunnia e diffamazione contro la criminologa Roberta Bruzzone (foto Ansa) Michele Misseri condannato per calunnia e diffamazione contro la criminologa Roberta Bruzzone (foto Ansa)

Michele Misseri condannato per calunnia e diffamazione contro la criminologa Roberta Bruzzone

Michele Misseri condannato per calunnia e diffamazione contro la criminologa Roberta Bruzzone (foto Ansa)
Michele Misseri condannato per calunnia e diffamazione contro la criminologa Roberta Bruzzone (foto Ansa)

ROMA – Michele Misseri, già condannato in via definitiva a otto anni per soppressione del cadavere della nipote Sarah Scazzi, è stato condannato per calunnia e diffamazione nei confronti della criminologa Roberta Bruzzone e dell’avvocato Daniele Galoppa.

La professionista è stata consulente di parte nel processo per l’omicidio mentre il legale è stato difensore dello stesso Misseri.

Michele Misseri, come spiega lavocedimanduria.it – era finito sotto processo per aver accusato il suo ex avvocato, Daniele Galoppa, e la criminologa Roberta Bruzzone, di averlo costretto ad accusare la figlia Sabrina Misseri dell’uccisione di Sarah Scazzi. Per l’omicidio di Sarah Scazzi, infatti, in un primo momento lo stesso Michele si era addossato ogni colpa.

Nominato avvocato d’ufficio all’indomani dei fatti, nell’agosto del 2010, l’avvocato Galoppa era poi diventato l’avvocato di fiducia del Misseri e successivamente aveva deciso di avvalersi della consulenza di parte della nota criminologa, Bruzzone. Entrambi, tuttavia, hanno preso le distanze dal loro assistito quando questi ha sconfessato le dichiarazioni in cui accusava moglie e figlia dell’omicidio di Sarah. Nello stesso procedimento per diffamazioni erano imputati anche l’avvocato Fabrizio Gallo e la giornalista televisiva Ilaria Cavo, entrambi accusati a vario titolo di aver assecondato la tesi di Misseri, per cui sarebbe stato plagiato dal suo team difensivo. Gallo è stato condannato a una multa di 800 euro, assolta dall’accusa, invece, la giornalista, Ilaria Cavo.

A querelarlo erano stati la stessa Bruzzone e Galoppa, i quali hanno già anticipato di voler intentare un’azione risarcitoria in sede civile.

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