LUBIANA – Un nuovo muro sta sorgendo nell’Unione europea: dopo quello eretto dall‘Ungheria al confine con la Serbia e quello che la Macedonia dice di voler costruire al confine con la Grecia anche la Slovenia ha cominciato ad innalzare una barriera ‘difensiva’ al valico di frontiera con la Croazia, a Bregana.
L’obiettivo è di evitare che migranti entrino illegalmente nel Paese attraverso campi e boschi, ma restino in attesa nell’accampamento al confine. Negli ultimi giorni sono entrati nella piccola repubblica europea oltre duemila migranti. Molti di loro sono diretti in Austria, che però ha già dovuto accogliere oltre tredici mila migranti solo nel fine settimana.
Intanto a Bruxelles si discute su come affrontare questa emergenza infinita in vista del vertice di martedì. La bozza attuale elimina il fattore straordinario e stabilisce che si possa comprare la non ospitalità per il 30% della quota. Il “costo” di ogni profugo rifiutato sarà di 6.500 euro, la somma che Bruxelles versa a chi invece li accoglie. Una misura, questa, criticata da Francia, Italia e Germania. I leader hanno anche stabilito il numero dei profughi da ricollocare: dei 120mila totali 15.600 verranno sottratti all’Italia. Di questi 4.027 andranno in Germania e 3.064 in Francia.
L‘Ungheria ha deciso di non ricollocare negli altri Stati membri i 54mila profughi presenti sul suo territorio. I 54mila ricollocamenti andranno ora a costituire un fondo di riserva, che si potrà utilizzare a seconda dell’evoluzione dei flussi dei profughi sul terreno. Se dopo 18 mesi dall’adozione della decisione, non saranno stati individuati altri beneficiari, i 54mila saranno ricollocati da Italia e Grecia.