LAMPEDUSA (AGRIGENTO) – Ennesimo naufragio di migranti al largo di Lampedusa (Agrigento), la sera di sabato 23 novembre, ad un miglio dall’isola dei Conigli. Sono sette i cadaveri ritrovati fino ad ora, fra spiaggia e mare. Tutto il personale della Guardia costiera e della Guardia di finanza di Lampedusa è mobilitato da sabato pomeriggio.
La prima salma, di una donna, è stata recuperata a riva, a Cala Galera, dai militari della Guardia di Finanza. Anche il secondo cadavere è stato avvistato in spiaggia, ma le onde lo hanno trascinato di nuovo in mare. A ripescarlo è stata la motovedetta Cp300 della Guardia costiera di Lampedusa.
I primi cadaveri recuperati sono stati portati a braccia sul ripido e scosceso sentiero, di circa 4 chilometri, che collega Cala Galera con la strada. Le condizioni del mare, molto agitato (nella zona l’allerta meteo è arancione) non consentono alle imbarcazioni della Guardia costiera di avvicinarsi a riva.
I dispersi del naufragio, che secondo le testimonianze dei superstiti sarebbero complessivamente una ventina, sono algerini, tunisini e pakistani. La polizia Scientifica della Questura di Agrigento è già operativa per gli accertamenti da fare sui cadaveri, esattamente come è avvenuto lo scorso 7 ottobre quando, fra Lampedusa e Lampione, a circa 6 miglia dalla costa si capovolse un altro barcone carico di migranti. La Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo d’inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, naufragio e omicidio colposo plurimo.
Sono stati due pescatori ad avvisare sabato pomeriggio la capitaneria di porto della presenza di un barcone in difficoltà a un miglio dalla costa di Lampedusa, che si è poi capovolto. Stefano Martello e Calogero Sanguedolce, questi i nomi dei due lampedusani, hanno dato l’allarme consentendo così l’intervento tempestivo delle motovedette che sono riuscite a trarre in salvo 149 migranti. “Stavamo passeggiando lungo il tratto di costa che si affaccia su Cala Galera – racconta Stefano Martello – perché i pescherecci sui quali lavoriamo sono fermi a causa del maltempo. Quando abbiamo visto la barca navigare verso il porto abbiamo capito subito che le onde altissime stavano per fare capovolgere l’imbarcazione. Abbiamo chiamato la Capitaneria e le motovedette sono arrivate nel giro di pochi minuti. E’ stata questa tempestività a salvare i migranti che nel frattempo erano caduti in acqua, senza l’intervento immediato delle motovedette sarebbero tutti morti”. (Fonte: Ansa)