Milano: Alessandro Mosele prima di morire si aggrappò all'auto

MILANO, 26 LUG – Ha cercato di resistere fino all'ultimo aggrappato alla parte anteriore dell'auto, all'altezza della targa, Alessandro Mosele, l'uomo che e' stato inseguito, investito e ucciso ieri pomeriggio a Milano da un pensionato di 71 anni, dopo una lite ad un semaforo.

Stando, infatti, alle prime indagini e alle testimonianze raccolte dagli investigatori, coordinati dal pm di Milano Antonio Sangermano, il pensionato Vittorio P., ex direttore commerciale di una azienda e ora in carcere per omicidio volontario, dopo la lite a un semaforo in via Montepulciano, avrebbe cominciato ad inseguire Mosele, che era a bordo di uno scooter.

L'anziano avrebbe affiancato l'uomo e i due, che prima si erano scambiati degli sputi, avrebbero continuato a insultarsi. Mosele fuggendo ha imboccato contro mano via Doria e lo stesso ha fatto il pensionato che con la sua auto ha poi travolto l'uomo.

Secondo le dichiarazioni di alcuni testimoni, Mosele sarebbe riuscito ad aggrapparsi alla parte anteriore dell'auto, urlando a lungo fino a che non e' caduto a terra, staccando la targa della macchina.

L'anziano, inoltre, avrebbe 'puntato' con la sua auto anche contro una romena che era in strada, ferendola lievemente ad una gamba. L'anziano poi, facendo inversione, sarebbe anche passato una seconda volta sul corpo dell'uomo. Il pensionato verra' interrogato domani nel carcere di San Vittore (il pm ha disposto il carcere per la gravita' del fatto, nonostante l'uomo sia ultrasettantenne) dal gip di Milano Enrico Manzi che deve convalidare il fermo.

Nell'interrogatorio davanti agli inquirenti, il pensionato ha detto di aver perso la testa dopo che l'uomo gli aveva sputato e poco prima gli aveva rotto lo specchietto dell'auto. Avrebbe affermato anche che la sua intenzione non era quella di uccidere.

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