Milano. Usavano barboni “ben vestiti” per truffare le banche

Vestiti di tutto punto andavano in banca e aprivano un conto corrente. In realtà erano barboni assoldati per pochi euro da una banda di truffatori per raggirare gli istituti bancari. Dalle banche, infatti, i falsi clienti ricevevano carnet di assegni, che i membri dell’associazione criminale utilizzano per emettere assegni a vuoto.

Le indagini hanno portato all’arresto di otto persone per associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Il gioco era semplice. Il gruppo reclutava i barboni nei dormitori o nei centri di accoglienza per i poveri e li “assumeva” come infiltrati pagandoli con pochi euro e un vestito nuovo. Una volta resi presentabili, li accompagnavano presso gli sportelli per fargli recitare la parte del cliente interessato ad aprire un nuovo conto corrente. Gli assegni “puliti”, non segnalati alle banche dati della polizia, potevano essere staccati a vuoto o venduti ad altri truffatori.

Gli investigatori, in collaborazione con Pool Assegni, sono riusciti a ricostruire la rete criminale, che ha coinvolto a vario titolo 40 persone, e ad individuare gli otto capi, i compartecipi della truffa e gli utilizzatori degli assegni. Tra gli indagati anche i titolari di alcune società che negoziavano gli assegni per pagare merci o garantire prestiti. In totale, sono stati individuati circa 300 conti correnti aperti in agenzie bancarie di Milano e dell’hinterland. Un raggiro che, in base a una prima stima degli assegni protestati, ha fruttato alla “cricca” circa sette milioni di euro in soli due anni.

*Scuola di Giornalismo Luiss

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