ROMA – L’Operazione Movida ha fatto miracoli nella notte dei controlli fiscali a Milano. E’ stato in media del 44% in più rispetto al sabato precedente l’incasso nei 115 locali della movida milanese controllati nella notte tra sabato e domenica scorsi. E’ quanto riferiscono l’Agenzia delle entrate e il comune di Milano precisando che in un caso i ricavi sono lievitati di oltre il 200%. Le anomalie più diffuse hanno riguardato studi di settore fasulli: mega-discoteche spacciate per piccolissimi disco-pub, prezzi maggiorati nei menu rispetto a quelli dichiarati, ecc. Ecco i casi più eclatanti scoperti dagli 007 del Fisco:
Ristorante. Un ex gommista con sussidio di disoccupazione ora lavoro come aiuto chef in nero. Una vicenda che si accompagna con un’altra scoperta della Guardia di Finanza che nei giorni scorsi ha sorpreso un imprenditore che aveva messo in cassa integrazione tutti i dipendenti e poi, a porte chiuse, gli aveva messi tutti al lavoro.
Sala ricevimenti. I commercianti per pagare le tasse devono avvalersi di strumenti fiscali definiti “studi di settore”. Il commerciante, con l’aiuto del commercialista, deve dichiarare una serie di parametri attraverso un software che si chiama “Gerico”. Ma chi ha dimestichezza con il software può manipolare gli indicatori al fine di evadere le tasse. Succede così che molti commercianti dichiarino finti consumi di energia, numero di dipendenti, tavoli e persino metri quadri del locale. Nella notte di sabato i funzionari del Fisco sono entrati in un ristorante aspettandosi un piccolo ritrovo di 50 metri quadrati, con pochi clienti, e invece hanno scoperto un esercizio con saloni giganteschi adatti a matrimoni e cene sociali.
Trattoria. Allo stesso modo si possono camuffare i menu. Un ristoratore del centro aveva dichiarato all’Agenzia delle Entrate prezzi più bassi del 38%: i funzionari pensavano di trovare una pizzeria e invece hanno scovato un ristorante da club di veri intenditori di cucina.
Discoteca. Nei dinner&disco di ultima generazione i conti non tornano. Secondo le dichiarazioni contabili di una nota discoteca il locale non doveva contenere più di 375 persone ma quella sera i tecnici del Fisco hanno riscontrato ben 870 biglietti di ingresso. Il proprietario pagava le tasse come una discoteca di medie dimensioni e invece mandava avanti una vera e propria “cattedrale del divertimento”.
Pub. Un pub un po’ troppo raffinato ha suscitato i sospetti dell’Agenzia delle Entrate. All’ingresso giganteschi buttafuori in abito scuro e collo taurino selezionavano la clientela. Ma la sera del blitz l’ordine dei proprietari è stato di bloccare completamente gli ingressi così da non far lievitare gli incassi e non far apparire le cifre normalmente dichiarate troppo esigue.
Locale. Dopo le due di notte è vietato servire alcolici: la norma viene largamente disattesa dalle discoteche milanesi, tanto che la sera del blitz gli avventori si sono rivoltati contro il bar per l’improvviso proibizionismo. Dopo una furibonda rissa tra buttafuori e clienti, il numero dei presenti in sala è clamorosamente precipitato e così anche gli incassi. Tentativo ad arte per evitare il confronto con le precedenti serate?