A Milano un carabiniere fuori servizio interviene per sedare una rissa e finisce in ospedale. Nessuna indennità A Milano un carabiniere fuori servizio interviene per sedare una rissa e finisce in ospedale. Nessuna indennità

Milano, carabiniere fuori servizio interviene per sedare una rissa e finisce in ospedale. Nessuna indennità

A metà giugno un carabiniere fuori servizio intervenne per sedare una rissa. Finì al pronto soccorso. E ora chiede almeno i 30 euro lordi di indennità, che però gli sono negati. 

La storia del carabiniere è raccontata dal Giornale. Il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti ricostruisce quanto accaduto la notte del 21 giugno a Milano e la richiesta di indennità. 

Il carabiniere, maresciallo capo di 51 anni operativo al III Reggimento carabinieri Lombardia, si trovava in un bar di piazzale Loreto. Non era in servizio. 

Ad un certo punto, però, è esplosa una rissa. E lui, nonostante si trovasse lì come privato cittadino, ha deciso di intervenire. Si è qualificato come carabiniere e ha tentato di sedare lo scontro. Alcuni però lo accerchiano, racconta Il Giornale, e lo “massacrano di botte”. 

Alla fine se la riesce a cavare con ferite al volto, alla testa e all’emitorace. Va al pronto soccorso dell’ospedale Fatebenefratelli, dove viene ammesso in codice giallo, e lì resta fino all 11:30 della mattina seguente. 

Nessuna indennità per l’intervento del carabiniere fuori servizio

Secondo Il Giornale, però, quelle otto ore sarebbero da considerare “di servizio”, e quindi da retribuire. Invece, nota il quotidiano, “quando il maresciallo ha ricevuto la busta paga, non s’è visto assegnare nulla”.

Così il militare si è rivolto al Nuovo Sindacato Carabinieri (Nsc) che ha spedito una lettera al comando generale dei carabinieri.

Secondo Nsc, infatti, dal momento in cui si è qualificato come carabiniere era da considerare operativo.

Inoltre, una volta uscito dal Fatebenefratelli, ha dovuto redigere l’annotazione di polizia giudiziaria.

Secondo quanto risulta al Giornale.it, “pare sia stata almeno attivata la procedura per riconoscergli la causa di servizio. Atto lodevole, per carità. I colleghi però si chiedono: ma perché allora non gli sono state versate anche quelle “tre misere indennità che gli spettavano”? Sono spiccioli, ma di valore”. (Fonte: Il Giornale)

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