A Milano, vuoi una casa popolare? Paga il pizzo ai boss

Quarto Oggiaro

I boss ormai hanno messo le mani anche sulle case popolari, almeno a Milano. L’inchiesta di Repubblica racconta che nei quartieri di Quarto Oggiaro, Niguarda, Baggio, Giambellino, Corvetto e Frolanini i clan hanno espropriato cinquemila alloggi e si sono sostituiti al Comune con la loro graduatoria parallela.

Per avere un appartamento dell’Aler, l’Azienda lombarda per l’edilizia residenziale, basta rivolgersi ai boss, spesso donne, e pagare: da mille a 7mila euro a mazzetta, per un business che in tutto arriva a 20 milioni di euro l’anno. Accordi a domicilio o attraverso inserzioni su giornali e online: praticamente si vendono i contratti d’affitto.

Come si è arrivati a questa situazione lo spiegano bene le parole del pm Antonio Sangermano nell’udienza dello scorso 11 maggio contro il clan Pesco-Cardinale, che al quartiere Niguarda controlla decine di immobili: “Il Comune ha tollerato per anni una sacca purulenta, è inutile che i cittadini facciano segnalazioni se poi si resta inerti”.

A chi denuncia o si oppone arrivano minacce, aggressioni, colpi di pistola. Come nella notte tra il 4 e il 5 aprile: dieci spari contro una finestra in via Console Marcello. erano l’avvertimeno destinato ad una donna che doveva testimoniare a un processo per pestaggio. L’accusato è il figlio della portiera-boss alla quale l’Aler ha affidato il controllo degli appartamenti sfitti di un palazzo a Niguarda: lei disinnesca gli allarmi e fa salire la gente a dormire dietro compenso.

La custode è l’alter ego di Anna Cardinale, da poco uscita di prigione, figlia di Giovanna Pesco, la “signora Gabetti”, com’è chiamata nel quartiere. Entrambe sono state arrestate. pochi mesi dopo le ha seguite in carcere un ispettore Gefi che chiedeva sesso per evitare lo sfratto.

In tutto nel capoluogo lombardo sono 93mila le case pubbliche a Milano: 5mila vuote e 4mila occupate abusivamente.

Ad ambire al controllo degli alloggi non c’è solo la malavita organizzata, ma anche gli esponenti istituzionali. Uno degli arrestati nell’inchiesta “Parco-Sud” sui rapporti tra ‘ndrangheta, politica, e imprese edili, il consigliere comunale Pdl di Trezzano, Michele Iannuzzi, intercettato con un imprenditore “accenna alla possibilità di ricevere dei lavori dall’Aler per tramite dell’interessamento di Marco Osnato”, consigliere comunale milanese del Pdl e funzionario Aler, non indagato.

Un altro spaccato riguarda i rapporti tra l’Aler e lo studio De Luca, che dal 2005 amministra 600 appartamenti popolari tra via Ciriè e via Racconigi, nel quartiere Niguarda.

La moglie di Antonio De Luca, Anna Bubbico, socia nel suo studio fino al 2006, siede nell’ufficio di presidenza dell’Aler e si occupa di lotta all’abusivismo. L’associazione “Sos racket e usura” ha denunciato connivenze e opacità.L’Aler ha mandato quindici ispettori a fronteggiare i clan.

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