Corvi e piccioni devastano l’agricoltura milanese

MILANO – La minaccia arriva dall’alto. Non sono solo maltempo, inquinamento e la crisi economica galoppante a colpire le coltivazioni della provincia di Milano: a causare notevoli danni che si ripercuotono sugli agricoltori già in difficoltà in termini di riduzione della produzione e mancati introiti sono anche alcune specie di volatili che vivono sul territorio.

Sul banco degli imputati. I principali colpevoli sarebbero i corvi e, soprattutto, i piccioni. Secondo la sezione locale della Coldiretti è infatti di quasi 100mila euro all’anno il valore dei danni arrecati alle diverse produzioni agricole della zona da queste due specie, una cifra che da sola rappresenta poco meno del 40 per cento del totale delle devastazioni attribuibili ad animali. E se nei centri urbani il principale nemico sono gli escrementi di questi uccelli, che a causa dell’elevato contenuto di acidi urici corrodono edifici e monumenti minacciando lo splendore dei centri storici, in campagna invece, in particolare i piccioni, tendono ad alimentarsi nelle mangiatoie delle mucche e negli ammassi di cereali, danneggiando riso, mais, frumento, orzo e soia.

Equilibrio in pericolo. “Insieme alle nutrie – ha osservato Carlo Franciosi, presidente della Coldiretti di Milano Lodi e Monza Brianza – i piccioni fanno parte di quelle specie infestanti che stanno creando non pochi problemi non solo alle attività umane, ma anche a un più generale equilibrio ecologico del territorio a causa del loro alto numero e della loro capacità di insediarsi in qualsiasi ambiente, rurale o metropolitano che sia”.

L’anno scorso i piccioni e i corvi hanno devastato oltre 110 ettari di campi, una superficie pari a 65 volte la piazza del Duomo di Milano. In pratica, hanno fatto danni sul 44 per cento del totale delle superfici colpite, contro il 24,73 per cento delle nutrie o il 9,7 per cento dei cinghiali. E i numeri potrebbero essere anche maggiori: “I danni rilevati sono solo quelli denunciati, ma quelli reali sono molti di più. Per questo è benvenuta qualsiasi misura di contenimento che si possa applicare in base alla legge e con l’autorizzazione degli enti locali”.

Secondo la Coldiretti un primo passo fondamentale verso la soluzione della questione sarebbe un controllo della fauna più capillare ed efficace, condizione base per garantire non solo la continuazione dell’attività agricola, ma anche la difesa della natura, la salubrità dell’ambiente e la sicurezza delle persone.

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