La rete di protezione attorno ai boss è forte, tanto che possono vantare, a Milano, il sostegno di uomini dell’economia, delle istituzioni e persino delle forze dell’ordine. Imprenditori, dirigenti, carabinieri che si mettono a disposizione dei clan, che chiedono aiuto ai boss per avere voti a elezioni locali o per uno scambio di favori.
Uno degli ‘ndranghetisti, Cosimo Barranca, a capo della “locale” più importante della Lombardia, quella di Milano, è in contatto con Pietro Pilello, presidente del collegio sindacale dell’Ente Fiera di Milano e sindaco di varie società, dalla MMspa alla Finlombarda, dall’Agenzia Milano Metropoli alla Fiumicino Energia.
Pilello è in un rapporto di “sudditanza” con Barranca e si rivolge a lui per presentargli dei candidati a un’elezione locale. E ancora, Francesco Bertè, direttore sanitario del carcere di Monza, chiede un appoggio elettorale al boss Rocco Cristello.
Dalle carte in mano ai giudici risulta anche che un comandante di polizia locale, un funzionario dell’Agenzia delle Dogane, un ufficiale della Guardia di Finanza, e alcuni carabinieri, uno dei quali in servizio presso la Direzione distrettuale antimafia, si siano messi a disposizione dei clan.