MILANO – È stato fermato e portato in carcere a Pavia con l’accusa di triplice omicidio Carlo Lissi, il marito di Cristina Omes, la donna trovata uccisa con i suoi due figli di 4 anni e 20 mesi nella villa di famiglia a Motta Visconti (Milano). Al fermo si è giunti dopo un lungo interrogatorio: ci sarebbero incongruenze nella sua testimonianza. Il marito avrebbe raccontato di avere trovato i cadaveri della sua famiglia rientrato a casa dopo la partita dell’Italia nella notte tra sabato e domenica.
Secondo i carabinieri il fatto stesso che nella strage non fosse stato risparmiato nemmeno il più piccolo dei due bambini, di appena 20 mesi, rende meno credibile la pista esterna, di una sanguinosa rapina, e il mancato ritrovamento dell’arma del delitto nelle immediate vicinanze dei cadaveri rende difficile uno scenario di omicidio-suicidio. Tanto da farlo escludere pubblicamente dagli inquirenti già nel pomeriggio di domenica. Lissi, dopo l’allarme da lui stesso dato poco dopo le 2 di notte, è stato sentito fino a domenica mattina e poi è stato fatto tornare a casa.
Risentito più volte, e confrontate via via le sue dichiarazioni con quelle di amici e testimoni e con i primi riscontri scientifici e medico-legali emersi dalla scena del delitto, gli investigatori dell’Arma hanno prima cominciato ad avere dubbi sulla sua versione e poi avrebbero avuto sentore di possibili gravi tensioni nella coppia.
La donna e i suoi due figli sono stati brutalmente assassinati con numerose coltellate in casa, una villa nella zona residenziale di Motta Visconti. I corpi della femminuccia e del fratellino erano rispettivamente nella cameretta e sul letto matrimoniale. Quello della donna riverso a terra in soggiorno.
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