Milano, egiziana ai domiciliari per maltrattamenti sui figli. Accusa: "Obbligo di velo e bruciature con coltelli roventi" Milano, egiziana ai domiciliari per maltrattamenti sui figli. Accusa: "Obbligo di velo e bruciature con coltelli roventi"

Milano, egiziana ai domiciliari per maltrattamenti sui figli. Accusa: “Obbligo di velo e bruciature con coltelli roventi”

Milano, egiziana ai domiciliari per maltrattamenti sui figli. Accusa: "Obbligo di velo e bruciature con coltelli roventi"
Milano, egiziana ai domiciliari per maltrattamenti sui figli. Accusa: “Obbligo di velo e bruciature con coltelli roventi”

MILANO  –  Avrebbe punito i figli di 11 e 15 anni colpendoli con mestoli, grucce appendiabiti, cinture, bastoni e battipanni e persino provocando loro bruciature con un coltello arroventato e con un bastoncino di incenso, e avrebbe costretto la figlia maggiore ad indossare il velo e ad assentarsi da scuola oltre il consentito per frequentare lezioni di arabo in Egitto. Con queste accuse una donna egiziana di 40 anni residente a Milano è stata posta agli arresti domiciliari. Deve rispondere del reato di maltrattamenti in famiglia. 

I fatti risalgono allo scorso dicembre, e sarebbero emersi dopo la denuncia di una insegnante della ragazza con la quale questa si era confidata. La giovane un giorno sarebbe anche svenuta in classe. 

Secondo l’accusa, la madre dei due ragazzini aveva creato in casa “un clima familiare di vero e proprio terrore” sottoponendo i due figli ad una lunga serie di “violenze e minacce”, tanto che la ragazzina era costretta a “mettere il velo islamico” anche se non voleva, mentre al piccolo, stando al racconto della sorella, avrebbe inferto anche “bruciature” con un coltello “arroventato”.

Nel lungo elenco delle vessazioni e delle violenze riportate nell’ordinanza di custodia cautelare a carico della donna, viene spiegato che percuoteva “i figli minori a mani nude e con oggetti quali mestoli, grucce appendiabiti, cinture, bastoni e battipanni” e li costringeva “a punizioni eccessive quali stare in piedi nudi vicino alla finestra aperta del bagno in pieno inverno” e mostrava loro “per spaventarli, video in arabo riguardanti le punizioni che spettano ai fratelli che fanno sesso”.

E ancora “durante l’anno scolastico 2017/2018” obbligava la figlia “ad assentarsi dalle lezioni scolastiche (superando il limite massimo consentito e quindi determinandone la bocciatura) per studiare l’arabo e superare degli esami in una scuola d’arabo in Egitto”.

La ragazza, poi, ha raccontato agli inquirenti che non poteva “rivolgere la parola ai compagni di scuola o a ragazzi di sesso maschile” e che aveva “più volte pensato di fuggire di casa per sentirsi libera di studiare e crearsi un proprio futuro, proprio a causa degli abusi fisici e psicologici che sia lei che il fratello” pativano.

Provata dal racconto e preoccupata che la madre potesse venire a sapere delle dichiarazioni rilasciate agli inquirenti, si legge nell’ordinanza, la ragazza “ha infine scoperto l’avambraccio destro fasciato, mostrando a costoro i numerosi segni di bruciatura cagionatile il giorno precedente dalla donna con un bastoncino d’incenso, poiché colpevole di essersi dimenticata di andare al supermercato e di non avere studiato bene il Corano”.

Secondo la donna, difesa dagli avvocati Luigi Rossi Aleramo e Simone Ferrari, invece, la versione della figlia sarebbe falsa. Intanto, il gip ha disposto per lei il processo con rito immediato (inizierà ad aprile) e nel frattempo l’imputata potrà chiedere di essere giudicata con rito abbreviato. Mentre i figli sono stati affidati ad una comunità, il gip oggi ha dato l’ok al ritorno della donna nella propria casa ma sempre agli arresti domiciliari (potrà anche tornare a lavorare). 

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