Milano: egiziano irregolare uccide escort perché non era bella come nelle foto Milano: egiziano irregolare uccide escort perché non era bella come nelle foto

Milano: egiziano uccide escort perché non era bella come nelle foto

Ha ucciso una escort perché nelle foto era più bella di quanto non fosse: per questo un egiziano è stato arrestato a Milano.

Un egiziano è stato arrestato a Milano per aver ucciso una escort: e l’avrebbe uccisa perché non era bella come appariva nelle foto che usava per adescare i clienti. E’ l’incredibile movente che ha portato all’arresto dell’uomo.

Egiziano uccide escort perché lei non era bella come in foto

Nicola Palma sul Giorno riporta la ricostruzione del giudice che ha portato all’arresto. “Un possibile movente potrebbe essere una lite tra la escort e l’egiziano sul tipo di prestazione o sul prezzo da pagare. Discussione che potrebbe essere stata determinata anche da una mancata corrispondenza tra la rappresentazione di sé sui siti internet in cui pubblicizzava la sua attività prostitutiva – talvolta il suo numero di telefono era abbinato a fotografie di donne più giovani o era indicata un’età inferiore – e la realtà palesatasi all’indagato”.

Non era una morte naturale

Avrebbe potuto passarla liscia il presunto omicida. Gli accertamenti medico legali hanno invece stabilito che quella morte apparentemente naturale. Non era dovuta a un malore ma a un soffocamento. La Polizia ha arrestato a San Giuliano Milanese un 25enne egiziano irregolare. Nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Milano su richiesta del procuratore aggiunto Laura Pedio e del sostituto procuratore Cristiana Roveda.

La vittima è una donna italiana di 45 anni, che si prostituiva nella sua casa in via Lorenteggio. In un’abitazione privata in un quartiere multietnico nella periferia Sud Ovest della metropoli. La donna riceveva in appartamento, e quell’ultimo appuntamento, il 28 aprile 2020, in piena pandemia, le è stato fatale.

Un amico della 45enne, il giorno successivo, preoccupato che non rispondesse al telefono, si è recato a casa sua. E ha trovato in cucina il cadavere. Ma sulle prime nulla aveva fatto pensare a un’aggressione. L’attività investigativa ha consentito invece di ricostruire la dinamica dell’omicidio. Anche se le indagini sono state complicate dal lockdown che ha fortemente ritardato gli accertamenti autoptici. Prima dei quali, appunto, non era evidente che la morte fosse dovuta ad un assassinio.

L’autopsia rivela che è un omicidio

Sul corpo, infatti, trovato riverso a terra, non vi erano evidenti segni di violenza, e nemmeno di colluttazione nelle stanze. Ma l’autopsia ha rivelato “l’anomala rottura bilaterale dei cornetti tiroidei dovuta ad asfissia meccanica da compressione”. Dall’azione violenta delle mani dell’uomo, insomma, sulla gola della vittima.

Da quel momento gli agenti hanno indagato, partendo dai tabulati del cellulare di lei, e dalle telecamere della zona, fino alla sua individuazione, a San Giuliano Milanese. In particolare, i poliziotti hanno accertato che l’uomo avrebbe prima incontrato la donna (con la quale non si era mai visto prima) presso l’appartamento di lei e, dopo una ventina di minuti, si sarebbe allontanato dallo stabile per tornare a casa a San Giuliano Milanese (Milano).

Verosimilmente, dopo una lite, il giovane l’ha soffocata con una stretta al collo che non ha lasciato alcun segno visibile sulla pelle per poi allontanarsi senza lasciare tracce. Ma non è riuscito a farla franca. (Fonti: Ansa e Il Giorno)

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