Milano. Lotta ai dormitori abusivi, modello via Padova in altri 3 quartieri

Letizia Moratti

Il modello di sicurezza adottato in via Padova dopo la sommossa tra immigrati dello scorso febbraio è destinato a fare scuola in altri tre quartieri difficili di Milano, con un nuovo giro di vite contro i dormitori abusivi e le chiusure serali anticipate per i locali.

Nei prossimi giorni il sindaco Letizia Moratti estenderà anche in via Paolo Sarpi, arteria della Chinatown milanese, in piazzale Corvetto e in via Imbonati, l’obbligo ai proprietari di immobili e agli inquilini di depositare i contratti ai vigili urbani per favorire i controlli. E nonostante la parziale bocciatura del Tar anche l’ordinanza sugli orari degli esercizi pubblici, senza più le limitazioni per i ristoranti, sarà replicata anche in via Imbonati, zona della periferia nord di Milano ad alta concentrazione di magrebini.

«Dal 25 marzo – ha annunciato il vicesindaco Riccardo De Corato – abbiamo già ricevuto 475 certificati abitativi e 16 segnalazioni di pericolo dagli amministratori di condominio su via Padova. Dal 26 aprile inizieremo i controlli casa per casa per verificare, dove possibile, se ci sono situazioni di irregolarità e nel frattempo estenderemo questa ordinanza anche in altri quartieri dove proliferano dormitori abusivi».

Intanto il Comune dovrà però riformulare l’ordinanza sugli orari degli esercizi pubblici in via Padova dopo la bocciatura del Tar che ha accolto il ricorso di un ristoratore e di un gestore di discoteca. Lunedì 19 aprile il sindaco Letizia Moratti firmerà un nuovo provvedimento che restituirà a tutti i ristoranti la possibilità di chiudere alle 2 (anzicché a mezzanotte) e restringerà l’applicazione degli orari anticipati per gli altri locali solo nel primo tratto della via (circa 1,2 Km con i vicoli attorno) da piazzale Loreto fino al ponte ferroviario.

«Il giudici – ha comunque precisato De Corato – non hanno contestato l’ordinanza nei principi di fondo e quindi il nuovo provvedimento restringerà le limitazioni degli orari nell’area più prospicente a dove è accaduto il grave fatto delinquenziale dello scorso febbraio».

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