Milano: da manager a ladruncolo, rovinato dalla bella vita

MILANO – ‘La solitudine del manager’ si intitola una delle indagini di Pepe Carvalho, l’investigatore privato creato da Manuel Vasquez Montalban. Daniele T. 56 anni, milanese, da qualche anno manager non lo è più, ma non per questo si sente meno solo. Fino a ieri, perso il lavoro, campava con piccoli furti durante mostre, convegni e altre occasioni pubbliche, approfittando dei mocassini lucidi e dell’unico abito di buon taglio che gli sono rimasti dalla vita fastosa e luccicante che aveva cominciato negli anni 80.

Ieri gli agenti del Commissariato Milano Centro l’hanno sorpreso aggirarsi nell’Università Cattolica, avvertiti dal personale dell’Ateneo che già altre volte lo avevano notato. In tasca aveva ancora il provento dell’ultimo furtarello: un telefono cellulare la cui proprietaria è stata facilmente rintracciata. E così, Daniele T. ha cominciato a raccontare la sua storia: all’apice della sua carriera da responsabile delle risorse umane era giunto a guadagnare dieci, 12 mila euro. E si era dato a alla bella vita: macchine fuoriserie, belle donne, alcool e cocaina, locali alla moda.

Poi, una serie di investimenti andati male, la perdita del posto di lavoro a cui aveva supplito ottenendo un posto da manager con contratto a termine all’Asl di Milano. Stipendio molto più che dignitoso (3.500 euro) ma insufficiente a far fronte alle sue esigenze. Cosi’ aveva perso anche quel posto. Da qui la depressione e due tentativi di suicidio, cercando di gettarsi sotto il metrò. Quando i poliziotti gli hanno trovato un’agenda, il manager decaduto, rispolverando il linguaggio dei suoi anni migliori, ha detto, e con serietà, involontariamente grottesco: ”E’ il mio work-planning”.

Ovvero il suo piano di lavoro: nell’agenda, gli appuntamenti culturali, i convegni, i vernissage, le conferenze appetibili per i ‘colpi’ e, in qualche caso il resoconto del bottino: portafogli, borsette, monili, oggetti vari. Perché Daniele T., diplomato al Liceo classico e una laurea in Giurisprudenza, dorme per strada o, se ha i soldi, in hotel lussuosi, disdegnando i dormitori pubblici. O pranza e cena in ristoranti costosi. altrimenti preferisce la fame. Gli agenti, mossi a pietà, gli hanno regalato un’altra agenda, nella speranza che non diventi un nuovo ”work-planning”.

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