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Parentopoli a Milano: figli, fratelli e cognate alla società che rifornisce le mense scolastiche

di Maria Elena Perrero |26 Gennaio 2011 12:44

MILANO – Dopo Roma e Venezia, anche Milano non si fa mancare la propria parentopoli. Sorelle, cognate, fratelli, mogli: a Milano Ristorazione, la società privata a capitale pubblico, (il 99 per cento nelle mani del Comune e l’1 per cento in quelle di Sogemi) che produce e distribuisce i pasti delle mense scolastiche della città, i cognomi degli assunti sono spesso gli stessi, i legami di parentela fioccano.

La società ha quasi mille dipendenti, di cui, sottolinea il Corriere della Sera, 6 dirigenti, 12 quadri, 154 impiegati, 796 operai. Secondo il neopresidente Roberto Predolin la pratica di assumere parenti è “legittima dal punto di vista legale”. Predolin cita una sentenza della corte di Cassazione secondo cui “ad un ente pubblico economico o una società per azioni, benché a capitale pubblico, totale o parziale, nonostante mantenga l’evidenza pubblica a vari fini, come quello ad esempio del controllo della Corte dei Conti sulla gestione finanziaria o della responsabilità amministrativa dei loro amministratori, si applica la disciplina privatistica del codice civile”.

Ma nel 2008 una nuova legge obbliga le spa pubbliche ad assumere tramite concorso. “Stiamo esaminando caso per caso i nominativi per verificare se ci sono stati abusi. A prima vista comunque si tratta di gente preparata, e le assunzioni, anche se non condivisibili eticamente, sono perfettamente legali”, fa sapere il presidente di Milano Ristorazione.

Il Corriere della Sera, che oggi, 26 gennaio, ha dato la notizia, fa i nomi di alcuni dei presunti assunti per parentela: l’ex direttore generale Mauro Bianchi, sospeso dall’incarico a causa di una maxi-liquidazione di oltre un milione di euro che è riuscito ad ottenere sulla base di un vecchio contratto che l’attuale gestione ora contesta, aveva fatto assumere il figlio Marco come assistente ai refettori. Poco dopo l’assunzione, Bianchi junior è diventato capo spedizione per l’Expo di Saragoza: con qeust’occasione portò in Spagna cinque bar, un self-service e un fast food, tutti acquistati sul mercato perché non c’era una società che potesse affittare le attrezzature, per un costo totale di 792mila euro, oltre a 18mila euro per riportare il tutto in Italia.

Marco Bianchi si è poi dimesso, ma nell’azienda è rimasta la moglie, Irina Vornotsova, che lavora all’ufficio relazioni esterne.

Stesso copione anche al panificio Mombretto di Mediglia, per il quale Mi-Ri paga un affitto di 124.670 euro l’anno. Direttore del panificio è Claudio Teodoro Agnusdei, suo figlio è invece il responsabile. ”

“Più che comprensibile – dice Predolin al Corriere – visto che si è deciso di prendere per intero un servizio dall’esterno per portarlo in Mi-Ri. Come lei m’insegna, quello dei panettieri è uno di quei lavori che si passa di padre in figlio. Non si poteva fare diversamente”.

Ma la gestione “familiare” non riguarda solo il panificio. Nell’ufficio amministrativo, tra i dipendenti guidati da Achille Brivio ci sono il figlio Roberto e la figlia Manuela. L’esempio di Brivio è stato seguito anche da Ferdinando Busca, capo ufficio amministrativo, che lavora insieme al cognato Ambrogio Giovilli. Nello stesso ufficio ci sono poi le Mantegazza: la madre Roberta e la figlia Ramona.

Nell’ufficio tecnico ci sono Antonio Ginevra, responsabile, e il fratello Giuseppe, direttore dei lavori xche gestisce gli appalti di manutenzione ordinaria. Ci sono anche due cognate: Barbara Piani, nell’ufficio tecnico, e Silvia Cesari, impiegata nell’ufficio del personale.

Capo delle relazioni esterne è Luca Radice, mentre la sua convivente, Lorena Cruber, è responsabile dell’ufficio personale. La responsabile dell’ufficio gestione di bilancio è un’altra Cruber, Luisella, sorella di Lorena. Nell’ufficio logistica c’era Rosangela Refaldi, ma dopo che questa è andata in pensione le è subentrata la figlia, Gloria Carminati.

“Su alcune posizioni stiamo verificando se la data di assunzione è successiva al nuovo regolamento e se le procedure sono state corrette”, afferma Predolin.

David Gentili, consigliere del Pd, ha chiesto la convocazione urgente della Commissione di controllo sulle aziende partecipate e un’indagine accurata rispetto alla gestione di Milano Ristorazione in questi anni: “Recentemente abbiamo chiesto al direttore generale del comune di Milano Antonio Acerbo – afferma Gentili – che verifichi la correttezza delle procedure di assunzione che fanno riferimento ad un regolamento del tutto inadeguato alla normativa vigente”.

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