Milano, uccise una passante: il pugile ucraino “incapace di intendere e di volere”

Pubblicato il 20 Maggio 2011 - 13:33 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Era totalmente incapace di intendere e di volere, perché soffre di una grave forma di schizofrenia paranoide, Oleg Fedchenko, il pugile ucraino di 26 anni che, il 6 agosto scorso, ha ucciso massacrandola a pugni Emlou Arvesu, filippina di 41 anni, che stava camminando lungo viale Abruzzi, a Milano. È l’esito della perizia psichiatrica disposta dal gip di Milano Cristina Di Censo, nell’ambito delle indagini e con la formula dell’incidente probatorio.

Il 6 agosto scorso, Fedchenko era uscito da casa della madre e si era accanito contro la prima donna che aveva incontrato per strada. Aveva sbattuto la filippina, che rientrava a casa dopo aver accompagnato uno dei figli dalla sorella, contro la vetrina di una banca e poi l’aveva colpita diverse volte e quando era caduta a terra aveva continuato ad infierire con pugni assestati con precisione e violenza. A seguito della perizia, redatta dal professore Ambrogio Pennati, il pm di Milano Francesca Celle ha chiesto per Fedchenko, assistito dagli avvocati Paola Boccardi e Maria Rosa Santini, la conversione della misura cautelare, dal carcere all’ospedale psichiatrico giudiziario. Il giudice deciderà nei prossimi giorni.

“Il perito del giudice – ha spiegato l’avvocato Santini – ha confermato la consulenza del nostro perito, che aveva già diagnosticato la schizofrenia paranoide”. Schizofrenia che, secondo il consulente del gip, si era già manifestata nel 2007, quando l’ucraino venne ricoverato per un Tso, ma gli fu diagnosticata solo una “psicosi reattiva breve”. Nella perizia si parla di deliri, crisi mistiche da parte dell’uomo, che ha più volte cercato di spiegare agli inquirenti che quel giorno, quando massacrò a pugni la donna,aveva visto “il diavolo”. Nella perizia, tra i sintomi, si fa riferimento anche alla sua voglia «ossessiva» di boxare.

L’uomo è accusato di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi, di resistenza e anche di tentata rapina, perché, secondo un testimone, cercò anche di strappare la borsetta alla donna. Nei prossimi giorni il pm chiuderà le indagini e poi i difensori dell’ucraino chiederanno il rito abbreviato. Se il gup si atterrà agli esiti della perizia, il pugile potrebbe essere prosciolto per incapacità di intendere e di volere al momento del fatto. “Speriamo – ha aggiunto l’avvocato Santini – che venga ricoverato nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione delle Stiviere, l’unica struttura che può curarlo adeguatamente”.