Milano, rapinatore seriale dodicenne: alla fine l’hanno arrestato. Avrebbe 14 anni (e mille vite già vissute)

Milano, rapinatore seriale dodicenne: alla fine l’hanno arrestato. Dopo l’ennesima rapina e un lungo elenco di denunce e segnalazioni, è stato arrestato il minorenne marocchino che negli ultimi giorni è stato protagonista di numerose aggressioni a Milano.

Milano, rapinatore seriale dodicenne: alla fine l’hanno arrestato

Il ragazzino, che da un esame osseo era risultato minore di 14 anni, non sarebbe imputabile. Un secondo esame per stabilirne l’età ha portato a riconsiderare la precedente valutazione. Il ragazzo ha 14 anni.

E in virtù della gravità e della reiterazione, il magistrato ha disposto l’arresto con affidamento al Cpa del carcere di Torino. Stanotte è stato fermato attorno alle 2.30, poco distante dalla stazione Centrale di Milano assieme a un complice, un 16enne marocchino col quale ha aggredito due italiani di 20 e 31 anni strappandolo loro la collanina d’oro.

Dodici o quattordici che siano gli anni di età, questo ragazzino ha già vissuto diverse esistenze. Il Corriere della Sera ha raccolto le sue confidenze, il drammatico e l’avventuroso la cifra del racconto, tra Mark Twain e Dickens. 

Ultime parole famose: “Non possono arrestarmi”

“Non voglio stare chiuso. Mi piace essere libero, girare. Non ho bisogno di niente”: a 12 anni, un curriculum notevole di rapine messe a segno, spiega così al Corriere della Sera perché scappa dalle comunità in cui lo portano i carabinieri e la polizia ogni volta che lo prendono.

E accade spesso: cinque volte in otto giorni. L’ultima lo hanno portato a Genova e lui, puntualmente, è tornato in treno. E’ sveglio, esile ma alto già un metro e 65, con la peluria dei ragazzi più grandi di lui. Il suo racconto ha parti di incredibile e qualche contraddizione.

“Mio papà ha un caffè a Fez”

Dice di essere di Fez, dove il papà ha un caffè, e di mandare soldi alla famiglia, che non voleva lasciasse il Marocco. Ma “io desideravo solo l’Europa”. Il viaggio che racconta passa dalla Spagna, include un anno in Francia, tappe in Germania, Danimarca e Olanda.

Ha vissuto in Spagna, Francia, Danimarca e Olanda

Poi, tre o quattro mesi fa, l’arrivo in Italia a “Roma Termini, Napoli, Torino Porta Susa, Genova. Venezia Santa Lucia, bellissima”, perché lui definisce le città con il nome delle stazioni. E anche a Milano bazzica la zona della stazione Centrale dove lo hanno fermato più volte e dove, racconta, compera il Rivotril, uno psicofarmaco, di cui ha anche alcune pillole nello zaino. 

Il ragazzo ha la scabbia. Dice di dormire con amici a Rho, di avere appoggi, mostra 600 euro che ha appena rubato a uno che dormiva sul treno dalla Liguria e spiega che parte li manderà alla sua famiglia.

A Milano dice di cercare un amico, di 14 anni. “Lo hanno arrestato più di un mese fa. Aiutatemi a trovarlo, è come mio fratello. Io sono qui a Milano per lui, posso pagargli l’avvocato, posso farmi mandare i soldi dai miei genitori per pagarglielo” dice. Ammette di rubare e lo sa che “mi devono lasciare andare, nessuno mi può arrestare”.

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