A Milano, da una rete wi-fi nel quartiere Ortica una proposta del Pd per rimediare a uno dei tanti fallimenti della Moratti

Un sistema di connessione a internet pubblico e gratuito che, grazie alla tecnologia wireless, permetta di dotare Milano di oltre 5mila punti di accesso alla rete in grado di coprire il 60 per cento dell’area cittadina trasformandola nella capitale europea della navigazione libera è l’obiettivo della ”Rete Municipale Internet”, uno dei progetti proposti da Change Milano, il laboratorio di innovazione civica del Partito Democratico milanese in vista delle elezioni comunali del 2011.

Il piano prevede di sfruttare come punti di connettività gli oltre mille edifici di proprietà del Comune, che saranno dotati di una piccola antenna in grado di consentire l’accesso alla rete. Altri 2.500 access point saranno garantiti munendo di dispositivi simili le pensiline delle fermate di tram e autobus e banchine, gallerie e uscite esterne delle metropolitane. Interventi strutturali accompagnati da una politica di incentivi per bar e ristoranti che decidano di offrire servizi wi-fi (attualmente sono solo 300 in tutta la città).

Alla base della proposta di Change Milano c’è la tecnologia sperimentata su scala ridotta da Green Geek, un’associazione no profit di esperti di tecnologia che ha deciso di affrontare l’annoso problema del wireless milanese. Spiega Mauro Lattuada, presidente di Green Geek: «Eravamo stanchi di aspettare che fossero rispettate le promesse  e così abbiamo fatto da soli». Una ricerca partita un anno e mezzo fa, vagliando le soluzioni elaborate in altre città (soprattutto Venezia e Roma) e che, dal primo ottobre, ha permesso di dotare il quartiere dell’Ortica, nel territorio di Lambrate, a est di Milano, di una propria rete wireless, interamente finanziata dal gruppo di informatici: «È bastato proporre a ristoranti, commercianti e associazioni di dotarsi di semplici antenne wi-fi (prezzo massimo 250 euro), e oggi il quartiere dispone di una rete che, con una semplice procedura di registrazione, consente di navigare un’ora al giorno».

Un’iniziativa dal basso per ovviare agli errori della politica, dice Lattuada:«Il Comune si è impegnato in sperimentazioni costose e inutili, o in progetti come quello che prevedeva il posizionamento di 5 antenne al prezzo complessivo di un milione e mezzo di euro, quando l’intero progetto delle rete municipale ne verrebbe a costare poco più di cinque». Con l’obiettivo non di vendere un prodotto, ma di garantire un diritto fondamentale in una città nella quale il 40 per cento della popolazione ancora non utilizza internet. La nascita di una rete comunale permetterebbe poi di creare servizi online in tempo reale che vadano dalla segnalazione di casi di degrado urbano al pagamento dei parcheggi: «Noi non guadagniamo dalla predisposizione della struttura, ma grazie ai servizi che con essa si possono veicolare. È questa l’unica strada per superare le incertezze della burocrazia e gli interessi privati che bloccano la diffusione del wireless libero».

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