Milano, tangenti al comune: inammissibile il ricorso, assoluzioni confermate

MILANO – La seconda Corte d'Appello di Milano ha dichiarato inammissibile il ricorso della Procura e ha confermato, cosi', la sentenza con cui il Tribunale, nel novembre 2010, ha mandato assolti con formula piena tutti e 19 gli imputati, tra ex tecnici del settore edilizio del Comune, imprenditori, architetti e geometri, che erano accusati a vario titolo di corruzione, abuso d'ufficio e omissione in atti d'ufficio in relazione a presunte tangenti che sarebbero state pagate per sveltire e favorire pratiche edili per la ristrutturazione di sottotetti e loft.

Il ricorso contro la sentenza di primo grado, e oggi ritenuto improponibile, e' stato presentato dal pm Grazia Colacicco, titolare delle indagini, e che due anni fa per gli imputati – tra cui figuravano Michele Cavallari, all'epoca dei fatti tecnico istruttore del Comune di Milano, e Francesco Mauri, architetto milanese e professore del Politecnico – aveva chiesto condanne a pene fino a quattro anni e due mesi di reclusione.

Secondo il pm, tra il 2003 e il 2006, i dipendenti comunali avrebbero incassato mazzette per facilitare alcune pratiche del settore edilizio, cambiando la destinazione d'uso degli immobili e facendo risparmiare alle societa' edili nel pagamento degli oneri di costruzione.

L'avvocato Francesco Borasi che assieme al collega Carlo Veronelli difende il prof. Mauri ha voluto precisare che 'gia' la sentenza di primo grado aveva evidenziato l'assoluta inesistenza di ogni addebito di natura penale non solo nei confronti del mio assistito ma, anche nei confronti di tutti gli altri imputati''. I giudici d'appello si sono presi 90 giorni per motivare la loro decisione contro la quale l'accusa puo' sempre ricorrere in Cassazione.

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