MILANO – E’ tornato a casa visibilmente ubriaco e ha cominciato a rivolgerle apprezzamenti non graditi e ad allungare le mani. Lei lo ha respinto e ha cercato rifugio nella sua stanza, chiudendosi a chiave, ma il coinquilino molesto ha sfondato la porta a calci e pugni e poi l’ha violentata.
E’ avvenuto sabato notte in un appartamento in via Gallarate, a Milano. “Ti faccio vedere chi sono“, le ha urlato prima di abbattere la porta. Lei terrorizzata, dall’altra parte della serratura, chiamava un’amica in cerca di aiuto, ma la furia dell’uomo è stata più veloce dei soccorsi.
“Non chiamare la polizia o ti ammazzo” le aveva intimato l’uomo, 30 anni, di origini boliviane. I due, connazionali, condividevano l’appartamento da qualche mese. Dopo che il vile gesto si è consumato, la giovane, 26 anni, è riuscita ad allontanarsi con una scusa e con l’aiuto dell’amica nel frattempo accorsa, ha avvertito il 113.
I poliziotti hanno rintracciato e arrestato l’aggressore in un vicino campo da basket. La vittima è stata accompagnata alla clinica Mangiagalli.