Milano, trans uccisa: fermato un uomo. E' accusato anche di strage Milano, trans uccisa: fermato un uomo. E' accusato anche di strage

Milano, trans uccisa: fermato un uomo. E’ accusato anche di strage

Un uomo è stato fermato alle prime ora di venerdì mattina, 24 luglio, a Milano con l’accusa di aver ucciso Emaniuel Alves Rabacchi.

Secondo l’ipotesi degli investigatori l’uomo avrebbe ammazzato la trans di 48 anni uccisa nella sua casa di via Plana a Milano con oltre 50 coltellate lo scorso 20 luglio.

L’uomo è anche accusato di strage per aver lasciato aperto il gas della cucina della vittima, nel tentativo di provocare un ‘esplosione che potesse anche cancellare le prove del delitto.

Italiano, di 42 anni, era un cliente abituale di Rabacchi. Ad incastrarlo sono state le immagini delle telecamere che si trovano fuori da casa della vittima, che lo hanno ripreso quando è entrato nell’appartamento della transessuale e poi una seconda volta quando è tornato dopo meno di un’ora sul luogo del delitto.

Le immagini delle telecamere hanno ripreso anche la targa dell’auto dell’uomo che è servita per trovarlo. A riconoscere il fermato e ad identificarlo come cliente abituale della vittima sono state anche alcune sue amiche e colleghe.

La scena del delitto

A trovare il corpo senza vita di Emanuel Alves Rabacchi, che aveva cambiato il suo nome in Manuela, i vigili del fuoco, accorsi sul posto per una fuga di gas nell’appartamento in cui la donna viveva e lavorava ricevendo a domicilio i suoi clienti. 

Quando sono saliti con l’autoscala, si sono trovati di fronte uno spettacolo agghiacciante. La prima cosa che hanno visto, infatti, è stato il cadavere a terra, riverso in una pozza di sangue. E così hanno avvisato le forze dell’ordine.

Un omicidio violento: la trans uccisa con decine di coltellate

Di certo si è trattato di un delitto violento. La vittima è stata colpita con dei fendenti sia sul torace, sia sulla schiena. E non solo una o due volte ma oltre cinquanta. Anche per questo una delle ipotesi principali è che l’omicidio sia avvenuto al culmine di una lite, forse con un cliente.

La rabbia cieca non ha però impedito all’assassino di portare via l’arma del delitto, di aprire il gas prima di scappare e di chiudere la porta. (Fonte: Ansa)

Gestione cookie