Milano, ubriachi alla guida: "Ma era colluttorio". Il giudice non ci crede

MILANO – ''Signor giudice, quella sera avevo usato un colluttorio all'alcol''. La scusa, utilizzata da un giovane di 24 anni fermato ubriaco alla guida mentre rientrava da una festa di paese, non ha retto davanti al giudice, che lo ha condannato nonostante il legale del ragazzo avesse presentato nel processo anche un certificato medico del dentista. ''La dichiarazione resa dall'imputato in sede di giudizio non appare francamente credibile'', scrive il gup di Milano, Enrico Manzi, nelle motivazioni della sentenza con cui ha condannato il giovane, con rito abbreviato, a 11 mila euro di ammenda, sospendendogli la patente per due anni. ''Appare davvero insolito – spiega il gup – che dopo aver partecipato alla festa del paese'' il ragazzo ''abbia effettuato gli sciacqui prescritti'' dal suo medico ''in un bar, utilizzando il colluttorio che si era portato da casa''. E per il giudice e'anche ''improbabile'' che il giovane ''portasse con se' (in modo un po' goffo per un ragazzo della sua eta') il colluttorio che gli era stato prescritto''. Il giovane era stato fermato ad Inzago (Milano) il 12 ottobre del 2009 con un tasso di alcol nel sangue di 1,5 (il limite e' 0,5). Lui stesso aveva ammesso di aver bevuto vino alla festa paesana, ma aveva anche aggiunto che'' in previsione di un intervento chirurgico'' gli ''era stato prescritto di procedere a sciacqui orali con colluttorio contenente alcol''. Tuttavia, secondo il gup, ''la dichiarazione del medico'' non ''e' idonea'' come prova. Inoltre, dopo essersi documentato su internet, il giudice fa notare che ''la listerina, pur se contiene alcol in quantita' minima, avrebbe lasciato tale sostanza nella bocca dell'imputato per pochissimi secondi''. Qualche mese fa, in Tribunale a Milano, era stata presa una decisione diversa: assolto un rugbista, astemio, che aveva bevuto sciroppo e si era sciacquato i denti con un po' di colluttorio alcolico.

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