Mills, i giudici tagliano i testi, sentenza più vicina

MILANO – Già entro fine anno, e dunque prima che scatti la ‘tagliola’ della prescrizione, potrebbe arrivare la sentenza del processo Mills a carico di Silvio Berlusconi. Dopo la decisione a sorpresa di oggi dei giudici della decima sezione penale di Milano, che hanno eliminato dal dibattimento una decina di testimonianze previste, è ormai certo, infatti, salvo ‘colpi di scena’, che ci sarà almeno un giudizio di primo grado sul caso che vede il premier imputato per corruzione in atti giudiziari.

L’ultimo testimone da sentire sarà l’avvocato David Mills il 24 ottobre e poi il 28 ottobre è fissato l’interrogatorio dell’imputato Berlusconi.

L’ordinanza del collegio, che è andata anche oltre le richieste del pm di Milano Fabio De Pasquale (che aveva lanciato al Tribunale un ”estremo appello per salvare il processo” dalla prescrizione) è stata letta quando Berlusconi aveva già lasciato l’aula.

”La presenza della difesa è ormai inutile in questo processo”, è stata la dura reazione del legale del premier, l’avvocato Niccolò Ghedini, di fronte ai giudici subito dopo la decisione di ‘tagliare’ i testimoni.

Per Daniele Capezzone, portavoce Pdl, si tratta di un provvedimento ”sconcertante”, perché  se il processo è ”il luogo del confronto paritetico tra accusa e difesa, ogni decisione che finisca per ridurre lo spazio di questo confronto, per comprimerlo, appare preoccupante”.

Prima della pausa estiva erano state fissate una serie di udienze, tra ottobre e novembre, per ascoltare una decina di testimoni, tra cui otto da sentire con una rogatoria in Inghilterra. Ora resta in piedi solo una data, il 24 ottobre, per l’audizione proprio di David Mills, già condannato in primo e secondo grado, col reato poi dichiarato prescritto in Cassazione.

E un’altra data, il 28 ottobre, fissata per l’interrogatorio dell’imputato Berlusconi, che, secondo l’accusa, avrebbe versato 600 mila dollari all’avvocato inglese come ricompensa per le sue testimonianze reticenti in due vecchi processi.

”Se Berlusconi si farà interrogare lo deciderà lui – ha chiarito Ghedini, con a fianco il collega Piero Longo – comunque qualsiasi atto di difesa di fronte alla decisione di oggi è inutile”.

Con altre due date già fissate per il 19 e il 26 novembre si potrà arrivare tranquillamente, dopo requisitoria e arringa, a sentenza prima della fine dell’anno, con il termine di prescrizione che scade a febbraio 2012.

”Bisogna cercare di fissare al più presto le rogatorie”, era stato l”appello’ del pm De Pasquale. Superato dall’ordinanza che le rogatorie londinesi le ha ‘spazzate via’: i giudici si sono richiamati, infatti, a una recente sentenza della Cassazione e, in sostanza, hanno spiegato di aver cercato di ‘dialogare’ con le autorità inglesi, ma ”inutilmente” e la loro risposta non è stata adeguata.

Dunque, secondo il collegio, a questo punto le testimonianze dei testi inglesi possono essere ritenute ”superflue”, perché ci sono i ”verbali” resi dagli stessi testi ”alla presenza anche dei difensori” nel settembre 2007.

In mattinata, il presidente del Consiglio aveva ascoltato per circa 3 ore la deposizione di Maria Pia De Fusco, all’epoca amministratrice del fondo Struie, dal quale, secondo l’accusa, sarebbero transitati i 600 mila dollari della presunta corruzione. De Fusco ha messo in evidenza la ”confusione” relativa ai soldi passati per quel fondo, riferendosi in particolare a 1 milione e 600mila dollari accreditati nel novembre 1997: cifra che lei pensava provenisse dal Fb Trust di Flavio Briatore, ma che poi scoprì essere di proprietà di Mills.

Dichiarazioni queste che vanno a rafforzare l’impianto accusatorio, seguite però da altre che segnano un ‘punto’ a favore della difesa, come: ”Non ho mai saputo di versamenti arrivati da Fininvest o da Silvio Berlusconi”. Il premier, ascoltata la testimonianza, ha preferito lasciare il Tribunale senza rilasciare dichiarazioni . ”Io vado bene, siete voi che avete delle brutte facce”, sono state le poche parole, scherzose, rivolte ai cronisti.

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