UDINE – Mirco Sacher è stato ucciso e potrebbe essere morto per soffocamento, ma i risultati dell’autopsia non possono confermarlo. Ci sono, però, delle lesioni plausibili. Di certo Sacher non è morto di morte naturale. Intanto dalle indagini vengono fuori dettagli su come è andata domenica 7 aprile. Soprattutto dai racconti di Sonny Rizzetto e Walter Wisdom, i due maggiorenni che hanno accompagnato le due ragazzine di Udine a costituirsi ai carabinieri di Pordenone. ”Sembrava di essere in GTA, il videogame. Ci siamo sentite come l‘eroe del gioco’‘, avrebbero detto le due ai loro amici, raccontando quanto avevano fatto.
Le due quindicenni restano le uniche coinvolte nel caso dell’omicidio dell’ex ferroviere. Ma i dubbi degli inquirenti sono molti. Le due pagine Facebook delle ragazzine che si sono autoaccusate dell’omicidio del pensionato sono state sequestrate e verranno analizzate da degli esperti.
Si indaga anche sui prelievi fatti con il bancomat di Sacher. Negli ultimi tempi l’uomo avrebbe ritirato soldi dal suo conto diverse volte. Ma la sua carta è stata usata l’ultima volta dopo la sua morte dalle ragazzine: questo fa pensare che le conoscessero il codice. Gli investigatori dovranno capire se a fare i prelievi precedenti sia stato lo stesso Sacher o qualcun altro. L’uomo aveva una certa disponibilità economica, e questo elemento farebbe spostare le indagini dal movente sessuale ad altri di natura diversa, come quello economico.
SEMBRAVA DI ESSERE IN GTA – ”Sembrava di essere in GTA, il videogame. Ci siamo sentite come l‘eroe del gioco’‘: è una delle frasi che le due quindicenni di Udine avrebbero ripetuto, più volte, a Sonny Rizzetto e Walter Wisdom. A raccogliere la testimonianza è stato il telegiornale dell’emittente ”Tv7 Triveneta”.
”Le abbiamo viste alla stazione di Mestre, erano calme, tranquille e senza soldi. Quasi ridendo, e comunque non tradendo nessuna emozione, ci hanno raccontato di aver ucciso un uomo, messo in moto la sua auto, attaccando i fili dell’accensione, e di essere fuggite con questa a 150 all’ora in autostrada. Ci è sembrato un racconto strano al punto che volevamo andare a Udine, a vedere se davvero c’era il cadavere. Poi, arrivati a casa, abbiamo avuto conferma dai nostri genitori e abbiamo convinto le ragazze a presentarsi ai carabinieri”.
Le due ragazzine erano senza soldi ”e al capotreno del Venezia-Trieste abbiamo detto che erano fuggite da casa e che eravamo andate a prenderle, per riportarle dai genitori, così non ha fatto pagare loro il biglietto; davvero erano senza un euro in tasca”. In stazione a Mestre, secondo quanto riferito nell’intervista televisiva, le due minorenni ”raccontavano la loro avventura come in preda a una strana euforia e, più di una volta, una delle due ha detto che le era sembrato di vivere come nel GTA”. Il videogame, molto famoso tra i giovanissimi, presenta tra gli altri un personaggio che uccide, fugge in auto, ruba denaro, spacca tutto quello che trova sul suo percorso.
L’AMICO SONNY RIZZETTO “MAI PARLATO DI VIOLENZE” – ”Sono scettico sulla possibilità che le ragazze siano state vittima di una tentata violenza sessuale”. Nel viaggio ”fatto insieme, in treno, domenica notte, da Venezia a Pordenone, non hanno mai parlato apertamente di questa presunta aggressione, che le avrebbe dipinte, anche ai nostri occhi, come vittime e per la quale avrebbero avuto tutta la nostra comprensione”. A parlare è Sonny Rizzetto, 21 anni, di Pordenone. E’ uno dei due amici maggiorenni che hanno convinto le ragazze a costituirsi ai carabinieri di Pordenone.
Sonny sostiene che le due giovani sono state vaghe nei loro racconti, e che avevano bevuto degli alcolici: ”Ci hanno riferito di un insieme di cose che le hanno portate a consumare l’insano gesti all’interno di una ricostruzione così incredibile da sembrare soltanto fantasiosa. A cominciare dalla fuga in auto: per accendere l’utilitaria dell’anziano hanno unito i cavi, che presuppone una conoscenza della materia, ma che appare problematica per due quindicenni in preda ai fumi dell‘alcool”. Alcol che, per Rizzetto, potrebbe aver giocato un ruolo determinante: ”Prima di andare in quel luogo appartato, ha detto il ragazzo sostenendo di riferire le parole delle ragazzine, assieme all’anziano erano andate in un supermercato per comprare dei superalcolici, che intendevano consumare proprio in una località lontana da occhi indiscreti. Un pomeriggio di sballo: questo era l’obiettivo che stavano perseguendo”.
A quel punto, la situazione sarebbe degenerata: ”Non posso dare giudizi, ma sulla base di quanto mi hanno detto le due ragazzine una somma di cose le ha portate a commettere quel delitto, probabilmente in uno scatto d’ira frutto dell’annebbiamento generale dopo aver bevuto, ma al culmine di una situazione generale molto più complessa di quanto vogliono far apparire”.
LE DUE RAGAZZE RISCHIAVANO DI ESSERE BOCCIATE – Le due ragazze non andavano bene a scuola, tanto che la preside dell’istituto professionale della provincia di Udine che frequentavano aveva convocato i loro genitori. ”Stavamo suonando un campanello d’allarme, ha spiegato il preside all’Ansa. Avevamo predisposto un incontro con le famiglie per la prossima settimana, le avevamo convocate con l’intento di discutere la situazione. Il rendimento non era buono, ma nulla di irrimediabile”.
Le due ragazze si erano conosciute proprio in classe a inizio anno. Erano compagne di banco, poi gli insegnanti le avevano separate perché la vicinanza peggiorava il loro rendimento. Dal punto di vista del profitto avevano una leggera insufficienza ma rimediabile; insufficiente era soprattutto la condotta. Una delle due ragazze aveva subito anche una sospensione di un giorno.