ROMA – A quasi 22 anni dalla sua morte, le indiscrezioni e i segreti sugli ultimi anni di vita di Moana Pozzi sembrano non finire mai. Su quella che è stata una star del porno, una spregiudicata donna politica (fece parte del “Partito dell’Amore”), forse addirittura una spia del Kgb, si è detto di tutto. E a raccontare dei nuovi, intimi retroscena stavolta è Giampaolo Cofano, musicista salentino compagno di Moana negli anni ’90.
Cofano racconta, al Nuovo Quotidiano di Puglia, di quando incontrò la Pozzi per la prima volta. Lui era venuto dalla Puglia nel capoluogo lombardo per cercar fortuna nel mondo dello spettacolo e “usò” la celebrità di Moana per farsi conoscere.
“A Milano facevo una vita incredibile – racconta il musicista -. Un giorno dal barbiere, in viale Monza, lessi su “Vanity Fair” che una certa Moana Pozzi figurava tra le dieci donne più desiderate del mondo, era una star negli Usa e io sognavo l’America. Pochi giorni dopo lessi su un giornale locale che si esibiva al Teatrino, decisi di giocare la mia carta: dovevo incontrarla. Farmi paparazzare con lei mi avrebbe portato notorietà e successo, quello che cercavo. Chiamai il Teatrino e mi spacciai per giornalista in cerca di un’intervista. Moana alloggiava in un hotel di piazza Fontana, mi precipitai con tre rose rosse costate 9mila lire, avevo una Panda color carta da zucchero incidentata e una grande faccia tosta. Alla reception mi presero per matto, la hall era piena di fasci di fiori e regali per lei, ma chiesi comunque di consegnarle le mie rose e un biglietto: “Sono fuori poggiato all’auto, mi riconoscerai perché sono vestito di nero. Ti aspetto”. Lei alla fine uscì, si conobbero e si piacquero. Da lì nacque una storia destinata ad andare avanti per anni. Ma anche fatta di scenate di gelosia e momenti bui.
“Non l’ho mai amata come un compagno di vita, l’ho anche tradita e lei faceva scenate da matti come quando sua sorella Mima, Baby Pozzi, mi abbracciò quasi per farle dispetto e lei mi buttò addosso tutto quello che le si parava davanti” dice il musicista, mentre sulle voci che l’attrice fosse un’agente dei servizi segreti confessa che “era una grande sportiva, un fisico da marine tanto che ho sempre pensato che quella dell’attrice fosse una copertura. Allenamenti duri, chilometri di corsa quasi ogni giorno, viaggi all’estero e mille segreti, di alcuni mi parlava, ma diceva spesso che sarebbe voluta andare lontano dove nessuno potesse trovarla, temeva di essere stritolata da un sistema più grande di lei”.
E sulla chiacchieratissima morte di Moana, recentemente attribuita all’AIDS, Cofano preferisce rimanere vago: “Non l’ho più sentita da quel settembre, ma sul mistero se sia morta o meno preferisco tacere. Ho conosciuto la Moana vera, un’intelligenza superiore, cinica, ma anche generosa, una pedina fondamentale nelle mani giuste. Penso spesso al significato di quelle due date secondo la cabala, di cui era perfetta conoscitrice. Il 15 simboleggia la luna piena e quindi la morte, il 17 è la luna nuova ovvero la rinascita…”.