Il mobiliere (veneto) di Gheddafi, gli arredi italiani per le ville del rais

Uno dei prodotti Molon

ROMA – Da Tripoli a Bassano del Grappa, località Romano d’Ezzelino, provincia di Vicenza. Muammar Gheddafi, quando si trattava di arredare le sue lussuose ville o faraonici hotel, aveva gusti italianissimi. Imperiali, anzi, a giudicare da poltrone imbottite, comò in stile Luigi XVI con dettagli dorati, tavoli, divani, tendaggi di broccato. Tutto commissionato all’azienda Molon della provincia vicentina. Un legame d’affari scovato da Libero che dedica al “mobiliere di Gheddafi” un intero articolo. A Romano d’Ezzelino lo ricordano ancora. Venivano suoi emissari direttamente dalla Libia, avanzano le richieste e le esigenze del rais, poi era direttamente lui a mettere l’ultima parola.

Così per anni, così l’azienda di Francesco Molon ha arredato le sue ville. Il proprietario ancora ricorda quando, alla caduta del regime libico, ha visto i suoi arredi in quelle ville sventrate dai ribelli. Pagava bene, Gheddafi, e puntuale. Peccato che ora alla Molon rischiano di rimanere sul groppone gli arredi faraonici commissionati dal rais per un albergo 7 stelle che nelle intenzioni doveva ospitare ambasciatori e capi di Stato in visita. Poi Gheddafi è morto, gli arredi ora riempiono i magazzini di questa azienda veneta. Un carico da 980mila euro. Che cercheranno di riproporre a qualche altro cliente. “Al nuovo governo vogliamo mandare un messaggio – spiega Francesco Molon -. Ecco, che la ditta Molon vuole continuare a lavorare con la Libia”. Certo, ora il governo sarà di tutt’altro segno a Tripoli: “Ma gli affari sono affari”, taglia corto Molon con veneto pragmatismo.

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